Attualità - 22 ottobre 2025, 15:37

Ambulanti in crisi: "Lo Stato ci ha dimenticati, non è più come vent'anni fa" [VIDEO]

Il presidente nazionale del GOIA, Giancarlo Nardozzi, racconta le difficoltà del settore tra costi insostenibili, bandi inaccessibili e licenze che non valgono più nulla

Il presidente nazionale del GOIA Giancarlo Nardozzi

Il mondo dei mercati all'aperto vive una delle fasi più difficili della sua storia. Banchi che un tempo erano sempre affollati oggi si svuotano, gli incassi si riducono e sempre più operatori si trovano costretti a chiudere. A pesare sono i costi in aumento, le tasse, la burocrazia e un sistema di aiuti che, secondo chi lavora nel settore, non basterebbe a garantire la sopravvivenza di migliaia di commercianti.

A tracciare un quadro netto della situazione, nel corso di un'intervista al format "Podcast a Domicilio", è Giancarlo Nardozzi, presidente nazionale del sindacato GOIA, che da oltre quarant'anni vive in prima linea la realtà dei mercati italiani. "È una crisi che va avanti da anni – spiega – tra mancati incassi e spese sempre più pesanti. Molti ambulanti non riescono neppure a coprire i costi. Lo Stato continua a fare promesse ma non ci sono aiuti concreti. Siamo l'unica categoria senza ammortizzatori sociali".

Un problema strutturale, aggravato anche da provvedimenti che, nati per aiutare, hanno finito per complicare la vita ai piccoli commercianti. Nardozzi cita il caso dell'ultima rottamazione delle cartelle fiscali: "Molti hanno aderito ma poi non sono riusciti a pagare la seconda rata. Così si sono ritrovati con tutti i debiti da saldare e con interessi altissimi".

Tra bandi e lavori: la difficile quotidianità nei mercati

Nardozzi spiega che anche il rapporto con la politica cambia da livello a livello. "Sul piano nazionale non esistono tutele. A livello regionale qualche fondo c'è, come in Piemonte, ma molti non riescono ad accedervi perché i requisiti sono troppo rigidi. Sul piano locale, invece, si cerca di dialogare, ma le difficoltà restano. A Torino, ad esempio, i cantieri stanno creando grossi problemi ai mercati. In piazza Benefica ci hanno spostato in via Susa, avevamo chiesto un nuovo posto nella terza fase dei lavori ma non siamo stati ascoltati. Eppure, la posizione dei banchi è fondamentale: se si allontanano dalle zone di passaggio, la gente smette di venire".

Mercati storici dimezzati e licenze senza valore

Ci sono realtà che resistono, come il mercato di Santa Rita, che grazie al continuo flusso di persone riesce ancora a mantenere una certa vitalità. Ma altrove la situazione è desolante: "In piazza Barcellona sono rimasti quattro banchi – racconta Nardozzi – Ma anche nei mercati più frequentati gli incassi sono crollati del 50 o 60% rispetto a qualche anno fa".

A preoccupare è anche la questione delle concessioni legate alla direttiva Bolkestein, che avrebbe messo in crisi molte attività. "Grazie al nostro impegno, siamo riusciti a far rinnovare le concessioni fino al 2032. In altre città, però, non è andata così: tanti ambulanti non hanno la certezza del rinnovo. E più si avvicina la scadenza, meno valgono le licenze. Oggi si vendono anche a 500 euro".

Un settore che da sempre anima piazze e quartieri italiani, oggi chiede ascolto e sostegno. "Lo Stato continua a considerarci una categoria ricca", conclude Nardozzi – "ma la verità è che oggi siamo tra i più poveri. Raccontarlo fa impressione, ma è quello che viviamo ogni giorno nei mercati".

L'intervista completa a Giancarlo Nardozzi è disponibile sul canale DixTv.