Arriva al Teatro Regio il secondo titolo della Stagione lirica: Il ratto dal serraglio, uno dei capolavori più vivaci, raffinati e sorprendenti di Wolfgang Amadeus Mozart, in scena da sabato 8 novembre (l'Anteprima Giovani riservata agli under30 sarà invece mercoledì 5 novembre alle 20).
Per il Maestro Gianluca Capuano si tratta di un doppio debutto: dirige per la prima volta l'opera e per la prima volta si accomoderà sul podio del teatro torinese. Capuano, specialista del repertorio settecentesco, è collaboratore abituale di Cecilia Bartoli, direttore musicale dell’Opéra di Monte-Carlo e vincitore del prestigioso premio “Abbiati” come Miglior Direttore nel 2022. Il Coro è istruito dal maestro Ulisse Trabacchin.
L'allestimento, firmato dal poliedrico e versatile attore e regista Michel Fau, popolarissimo in Francia, arriva a Torino dall’Opéra Royal de Versailles dove è stato creato nel 2024, portando in scena un mondo elegante, sospeso tra leggerezza e malinconia, colorato e paradossale, esaltato da sgargianti scenografie di Antoine Fontaine, costumi vivacissimi David Belogou e le luci di Joël Fabing ispirate al chiarore caldo delle lampade a olio del Settecento.
Mozart, la rivoluzione della tolleranza
"Essere umani e buoni / e perdonare senza egoismo" è la morale illuministica che chiude Il ratto dal serraglio: un’opera dove gioia e dramma si sfiorano, e dove l’esotismo, il diverso da noi diventa gioco paradossale e specchio dell’animo umano. Nata nel 1782 per il Burgtheater di Vienna, l’opera alterna virtuosismi, ironia e profondità morale, restando una delle più amate del repertorio mozartiano.
La storia racconta di Konstanze, giovane dama prigioniera del Pascià Selim insieme alla sua cameriera Blonde e al servitore Pedrillo. Il nobile Belmonte, innamorato di Konstanze, tenta di liberarli, sfidando il brutale Osmino, guardiano del palazzo, che insidia Blonde — personaggio che oggi risuona quanto mai attuale quando rivendica con fierezza: "Le ragazze non sono merce da regalare! Sono un’inglese, nata per la libertà". Il finale, inatteso e luminoso, ribalta ogni aspettativa: Selim, con un gesto di straordinaria umanità, sceglie il perdono al posto della vendetta, restituendo libertà ai prigionieri e dignità a se stesso. In lui, Mozart affida la voce più autentica della ragione e della tolleranza.
Una curiosità su Selim
Selim, il pascià, è una figura complessa e sorprendentemente moderna per il suo tempo: pur essendo un “turco”, non è rappresentato in modo stereotipato o malvagio, ma come un uomo capace di magnanimità. La sua particolarità risiede anche nel fatto che, pur essendo uno dei personaggi principali dell’intreccio, sia l’unico a non cantare ma a parlare soltanto, scelta che ne accentua l’autorevolezza e la forza drammatica.
Profondità nella semplicità: un invito ai giovani
Il maestro Gianluca Capuano descrive Il ratto dal serraglio con tre parole: "Profondità nella semplicità". "Mozart – aggiunge il direttore d’orchestra – alimenta sempre la piacevole illusione di essere giovani".
Secondo il giudizio entusiastico di Henri Ghéon (scrittore, poeta e critico letterario francese), "questa squisita partitura, così come è, con una serie di arie leggere pittoresche, belle (…) ha il valore di una testimonianza, di un’esplosione musicale di giovinezza, da parte di un artista perfetto. (…) In questo senso è unica al mondo".
Biglietti e informazioni
Vendita on line su www.teatroregio.torino.it e alla Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Torino - tel. 011.8815.241/242. Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica ore 10.30-15.30; un’ora prima degli spettacoli. Informazioni: www.teatroregio.torino.it












