Aria di tennis e di campioni. Ma non solo: Torino e i suoi negozianti ripongono la loro fiducia nei grandi eventi torinesi, andando anche oltre l’effetto delle ATP Finals. Lo dice l’ultima indagine condotta da Ascom Torino e provincia insieme a Format research. Se da un lato si registra una tenuta complessiva, tra occupazione, copertura del fabbisogno finanziario e ricavi, i consumi natalizi sostengono una speranza di crescita per la fine del 2025.
Eventi come valore strategico
Ma se si parla di appuntamenti di cartello, ecco che il 95,2% delle imprese ne riconosce il valore strategico per la città. E l’83% ne apprezza la capacità di generale relazioni commerciali, rafforzare la reputazione urbana innescando dinamiche virtuose di visibilità e attrattività.
Una città coinvolta
Sul fronte del coinvolgimento della città, il 77% delle imprese parla di un tasso medio alto, mentre solo il 16% lo ritiene basso. Il 76% ha fiducia in un impatto economico e sociale alto. E se c’è fiducia sulle capacità della città, qualche perplessità rimane aperta sulle reali ricadute positive sulle periferie, che invece rischiano di trovarsi meno coinvolte.
“La fiducia è leggermente in crescita - dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom - pur avendo poco distante da noi una guerra che non può non preoccuparci. Le persone sono preoccupate, ma leggiamo questi segnali positivi per la competenza e la professionalità dei venditori che cercano un barlume nel buio”.
Sulle periferie, “i benefici degli eventi forse non arrivano ancora, ma stiamo lavorando proprio su questo. Anche con le nostre guide turistiche, che programmino tour in grado di espandersi anche al di fuori dal centro, raggiungendo anche tutta l’area metropolitana. Quando i visitatori si fermano per 4-5 giorni in città, avere un collegamento per raggiungere anche la provincia è un modo per far sentire coinvolte le nostre imprese”.
Turismo e grandi eventi
Tra le spinte, “il turismo che dà segnali positivi a 20 anni dalle Olimpiadi - prosegue Coppa -: ha trovato una forza economica importante anche se non può sostituirsi ad altre realtà che speriamo possano rilanciarsi. Ma non siamo più una città mono economica. E adesso ci sono i grandi eventi”.
“Nessuno poteva immaginare che le Olimpiadi potessero essere un motore così straordinario - aggiunge - e ci ha insegnato che sappiamo accogliere. E sappiamo anche non disturbare, lasciando i grandi campioni nella loro tranquillità da Cristiano Ronaldo a Sinner. E alle ATP Finals si aggiungono Cioccolatò, il Salone del Libro, gli eventi sportivi, Artissima, a dimostrazione che siamo diventati una città con tante vocazioni”.
E sul peso dei b&b, “hanno generato un effetto di allargamento di coinvolgimento dei territori, credo - dice ancora Coppa - e non c’è una contrapposizione tra alberghi e bed & breakfast, tanto che Federalberghi li ha associati. Ovviamente quelli in regola. E il prossimo anno presenteremo anche un progetto per far conoscere i negozi alimentari d’eccellenza per chi sceglie queste soluzioni, che hanno creato vivacità nel territorio”.
Quanto pesa il terziario
I numeri dicono che a Torino e provincia il terziario conta 108mila imprese, pari al 75% del totale delle imprese) e danno lavoro a 382mila persone (58% dell’occupazione locale) e con un valore aggiunto di oltre 17 miliardi di euro (47%).
Imprese che chiudono e demografia
Le imprese che chiudono? “È questione di crisi, ma anche demografica - spiega Pierluigi Ascani, presidente di Format research - Calando le persone, calano anche i consumi e dunque diminuiscono le imprese. Non è un fenomeno solo torinese”.