Scuola e formazione - 06 novembre 2025, 13:38

Mauro Glorioso, il sogno più forte del destino: dal dramma ai Murazzi alla laurea in Medicina

Travolto da una bici elettrica, oggi è dottore: “La mia forza? Le persone che non mi hanno lasciato solo”

Mauro Glorioso, dal dramma ai Murazzi alla laurea in Medicina

Ha discusso la sua tesi con voce ferma e sguardo lucido, raccogliendo l’applauso commosso di professori, colleghi e familiari. È il giorno più importante per Mauro Glorioso, 25 anni, giovane palermitano che oggi, nell’Aula Magna delle Molinette, si è laureato in Medicina e Chirurgia nonostante un destino che, poco meno di due anni fa, gli aveva tolto tutto: la mobilità, l’autonomia e quasi la speranza.

Una storia di dolore, coraggio e rinascita

La notte del 21 gennaio 2023, a Torino, Mauro fu travolto da una bicicletta elettrica lanciata dai Murazzi del Po da un gruppo di giovani. Il mezzo lo colpì alla testa, lasciandolo tetraplegico. All’epoca Mauro frequentava il quinto anno di Medicina: sognava di diventare medico, di curare gli altri. Da quel giorno è iniziata un’altra battaglia, per tornare a vivere e per non arrendersi.

Dopo mesi di terapia intensiva e riabilitazione, attraversati dal buio della depressione e dalla paura di non riuscire più a studiare, Mauro ha ritrovato la forza. “Il silenzio era assordante e l’unica voce che parlava era quella del dolore”, ha raccontato. Ma passo dopo passo ha deciso di ricostruire il suo futuro, sorretto da amici, familiari e docenti che non lo hanno mai lasciato solo.

Studi a Palermo

Nel 2024, l’Università di Torino ha autorizzato Mauro a proseguire gli studi da Palermo, la sua città natale, grazie a una collaborazione straordinaria con l’Università degli Studi di Palermo. “È stato un lavoro di squadra - ha spiegato il professor Umberto Ricardi, presidente della commissione di laurea -, che ha trasformato una sfida in un esempio”. Il primo tirocinio dopo l’incidente, in Psichiatria con la professoressa Rosa Lo Baido, è stato il punto di svolta. Da lì in poi, ha recuperato uno dopo l’altro tutti gli esami, fino alla tesi sperimentale dal titolo “Valutazione della funzione biventricolare tramite Cct in pazienti con recente Stemi, un lavoro giudicato meritevole di pubblicazione. Durante la discussione, il suo relatore professor Paolo Fonio lo ha incoraggiato a proseguire nella ricerca e a restare nel gruppo di studio. E il professor Ricardi, visibilmente emozionato, ha ricordato la promessa fatta a Mauro nei giorni più difficili della terapia intensiva: “Ti proclamerò dottore io stesso”. Promessa mantenuta.

Compagni e amici

Alla cerimonia di laurea, accanto a Mauro, c’erano i suoi compagni di corso, i docenti di Torino, gli amici arrivati da Palermo e la famiglia. “La cosa più bella è che tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso erano qui - ha detto Mauro -. Quello che mi è successo è stato tremendo, ma avere intorno amici e parenti mi ha regalato emozioni incredibili. Non ho mai pensato di cambiare strada: a me piace la medicina, e niente potrà togliermi questo sogno”. Per il professore Ricardi, la sua laurea è “un atto di coraggio e un orgoglio per la Scuola di Medicina”. “Ricordo ancora - ha detto commosso - quella mattina e quel banco vuoto, con i suoi colleghi in lacrime. Ma da quel giorno è iniziato un percorso che ci ha insegnato molto: che la forza, quando incontra il sostegno giusto, può davvero cambiare tutto”.

“Un problema alla volta”

Alla fine, Mauro ha brindato insieme ai suoi amici. “Affrontare un problema alla volta è ciò che ho imparato dalla vita. La laurea era il mio obiettivo. Domani è troppo lontano, vediamo intanto a che ora mi sveglio…”. Un sorriso, una battuta, e la consapevolezza che la sua storia è già una lezione di medicina, ma anche e soprattutto di umanità.