A Torino c’è una palestra in cui persone con disabilità visiva possono imparare l’arte dell’Aikidō. È il Dojo Okinawa, una delle più antiche palestre di arti marziali, che si trova in corso Maroncelli 9, a pochi passi dalla fermata Metro Bengasi. A tenere quello che è il primo corso in Italia dedicato alle persone ipovedenti o non vedenti, è Filippo Ladisi.
71 anni, oggi è Shihan, sesto Dan Aikikai di Tokyo. Da 45 anni pratica questa disciplina che insegna da 30 anni. “L’Aikido, che significa “via dell’armonia”, non si basa sulla forza, ma sulla connessione - spiega Ladisi -. È un’arte che insegna ad ascoltare, adattarsi, trasformare l’attacco in opportunità, il conflitto in relazione. Per questo credo sia una disciplina straordinariamente inclusiva. Non chiede di essere perfetti, ma di essere presenti”.
Ladisi è diventato disabile visivo circa venti anni fa, ma non ha mai smesso di praticare e insegnare questa disciplina. “La mia condizione visiva non è mai stata un ostacolo alla pratica. Al contrario, mi ha insegnato a “vedere” in un modo diverso: attraverso il corpo, l’intuizione, l’ascolto profondo”.
Il corso
Il corso dell’associazione Aikikai si tiene ogni lunedì dalle 16.30 alle 18 ed è la prosecuzione di un altro corso di autodifesa iniziato tre anni fa dall’associazione Apri.
“Ho provato molta soddisfazione ad aprire questo corso che è il primo in Italia del suo genere - spiega Ladisi -. L’Aikido non è solo tecnica, ma subentrano tante altre cose come il massaggio e il respiro. È l’unica arte marziale rimasta fedele al Bushido: non c’è l’influenza dell’Occidente, non ci sono gare, non c’è competizione, c’è una ricerca interiore”.
Una disciplina che può essere praticata da chiunque: “Soprattutto negli spazi dove c’è tanta altra gente, il non vedente è un po’ in difficoltà, imbarazzato, non riesce a controllare le persone intorno a sé, è intimorito da quello che gli sta intorno. Acquisire una dimestichezza con il proprio corpo lo fa sentire più sicuro, non solo perché è in grado di fare una tanica, ma ha la percezione di quello che gli sta intorno. L’Aikidō è più accentuato sui disabili visivi che sono obbligati a usare altri sensi. Con questa disciplina capiamo che se possiamo fare questo, possiamo fare tutto il resto, non dobbiamo metterci in disparte, dobbiamo uscire dall’angolo e farci sentire”.
I primi quattro allievi
Ad oggi il corso, tenuto dal maestro Ladisi insieme ai suoi collaboratori Paola Pischedda e Filippo Casciani, conta quattro allievi, con età media sui 50 anni, tutti ipovedenti.
“Mi piace camminare con un atteggiamento diverso - racconta Giovanna Gisoldi -. A livello psicologico c’è una aspettativa diversa”.
“Ho sempre praticato arti marziali in gioventù. Con l’associazione Apri abbiamo praticato un corso di autodifesa, poi il maestro Radisi ci ha presentato quest’attività e ho deciso di continuare con i miei compagni questa disciplina” aggiunge Walter Boffa.
“Mi sento molto più sicuro quando sono in giro e in determinate situazioni” spiega Marco Croce.
“Ho iniziato perché ho paura del buio - dice Melina Cussarini -spero di superare questa paura e imparare a difendermi un po’. Mi sento più sicura a camminare per la strada”.
Il corso iniziato a settembre proseguirà fino giugno, ma l’intenzione è di proseguire: “Vorrei ampliare il corso il più possibile, diffonderlo, far sapere che c’è” conclude il maestro Ladisi.
Per info: Palestra Okinawa, tel. 3803228680