Ancora una giornata di infernale tensione e violenza per la polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Ivrea, che il 6 novembre ha dovuto fronteggiare una serie di gravi episodi di disordine all’interno dell’Istituto.
Detenuto colpito da una lametta
Ancora una volta il reparto interessato è stato il primo piano. Nel corso della mattinata un detenuto di origini straniere, per futili motivi, ne ha aggredito uno italiano colpendolo al volto con una lametta.
Durante l’intervento per sedare la colluttazione e impedire che la situazione degenerasse, un agente è rimasto ferito ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Ivrea, dove è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni.
Detenuto ingerisce detersivo e lametta
Nel pomeriggio, un ulteriore episodio di gravità estrema ha coinvolto un altro detenuto, anch’egli di origini straniere. L'extracomunitario, dopo un colloquio con lo psichiatra durante il quale gli era stata negata una terapia aggiuntiva, ha ingerito detersivo per pavimenti, una batteria e una lametta.
Portato al nosocomio eporediese, il carcerato ha dato in escandescenza, tentando di aggredire il personale medico e quello di Polizia Penitenziaria. Una volta rientrato in istituto, il detenuto ha continuato a minacciare il Personale, dichiarando di voler “scaldare dell’olio e lanciarlo contro gli agenti”.
Mancano stanze di isolamento agibili
A rendere la situazione ancor più grave è la mancanza di stanze di isolamento agibili, indispensabili per la gestione dei detenuti violenti e per la tutela dell’ordine e della sicurezza. Senza tali strutture, il personale è costretto a operare in condizioni insostenibili, esposto quotidianamente a rischi elevatissimi e tensioni continue.
“È inaccettabile che il personale di Polizia Penitenziaria di Ivrea venga lasciato solo ad affrontare situazioni di tale pericolosità e degrado – dichiara il Segretario Generale dell’OSAPP, Leo Beneduci – Non possiamo più tollerare che chi rappresenta lo Stato venga esposto ogni giorno a rischi inaccettabili, nel silenzio e nell’indifferenza delle istituzioni.”