Torino serra i ranghi per potenziare il contrasto alla tratta di esseri umani e di sfruttamento lavorativo con il rinnovo di un protocollo, siglato questa mattina in Prefettura. L'obiettivo è tutelare e assistere le vittime di reati che violano i diritti umani sanzionati a livello nazionale, europeo e internazionale.
I numeri del lavoro nero in Piemonte
E a chiarire come sia necessario sono i numeri del lavoro nero in Piemonte nel 2024, elaborati da Ires. L'anno scorso nella nostra regione si sono contati 190mila lavoratori senza contratto: la grande maggioranza, ben 149.400, erano colf e badanti. Segno che le più colpite continuano ad essere le donne.
A seguire c'è l'industria, dove gli irregolari erano 21.500, poi l'edilizia con 13.400 e l'agricoltura con 6.600 persone. Sottoscritto per la prima volta a marzo 2022, il nuovo protocollo "si amplia ad altri soggetti come il Comune di Torino e la Città Metropolitana".
"Aiutare le vittime"
A chiarirlo il Prefetto Donato Cafagna, che ha poi aggiunto come questo provvedimento nasca con l'obiettivo di "aiutare le vittime". Capofila della misura, oltre alla Prefettura, la Regione Piemonte e la Procura di Torino.
"È fondamentale - ha spiegato l'assessore regionale alla Sicurezza Enrico Bussalino - contrastare il fenomeno, puntando appunto sulla prevenzione. Il coordinamento fra enti è un punto importante per raggiungere" il risultato. Il primo protocollo, siglato appunto a marzo 2022, è "considerato anche a livello nazionale come buona pratica".
Tra le prime azioni la creazione di un linguaggio comune per migliorare la collaborazione tra enti. Il patto, come chiarito dal Procuratore Giovanni Bombardieri, "coinvolge diversi attori, per lo sfruttamento per fine sessuali e di lavoro di soggetti fragili come donne e minori, inseriti da criminali nel circuito del traffico di persone umane".













