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Economia e lavoro | 14 novembre 2025, 15:04

L’ex Fiat Ricambi prova a risorgere con tecnologia e logistica

I Comuni di Volvera e None si impegnano a modificare il piano regolatore per insediare nuove attività. Tra le ipotesi un data center

L’ex Fiat Ricambi

L’ex Fiat Ricambi

Un tempo era il più grande stabilimento di ricambi italiano della Fiat. Da cinque anni Stellantis l’ha dismesso e ora l’area dell’ex Fiat Ricambi, a cavallo tra Volvera e None, potrebbe risorgere nel segno della tecnologia, della logistica e della produzione. C’è già un’intesa tra i due Comuni e la società Taurus Srl per rivedere le regole urbanistiche, tra cui le altezze ammesse.

Un passo indietro. “In quell’area nei primissimi anni ’70 si costruirono gli stabilimenti presenti per fare il più grande magazzino di ricambi italiano della Fiat, con i successivi cambi di denominazioni nel tempo, fino ai tempi di Stellantis. Gli immobili sono stati dismessi e i magazzini spostati a Rivalta”, riepiloga il sindaco di Volvera Francesco D’Onofrio.

Il complesso immobiliare, nella zona di via Aldo Moro e via Agnelli, ha un’estensione di più di 1 milioni di metri quadri ed è suddiviso in due distinti ambiti: la parte di Volvera ha una superficie complessiva di circa 678 055 metri quadrati, mentre quella di None presenta una superficie totale di circa 327.649 metri quadri.

La proprietà è della società Viale Marconi Immobiliare S.p.A., ma la Taurus S.r.l è interessata ad acquisirla, se verranno riscritte le regole urbanistiche.

“È stato stipulato l’accordo con gli acquirenti. La società Taurus ha richiesto di uniformare e apportare delle modifiche ai piani regolatori. Tra queste ci sono questioni di carattere idrogeologico da mettere a posto, a cui stiamo provvedendo. I lavori di messa in sicurezza degli argini sul Chisola, finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, andranno appunto man mano a cancellare le limitazioni”, aggiunge D’Onofrio.

Le richieste riguardano sostanzialmente di uniformare i piani regolatori, stabilendo regole condivise, perlomeno per le altezze massime e degli indici di copertura (che stabiliscono i metri quadri edificabili su una determinata superficie). Sulle altezze, poi, nel protocollo ci si auspica di poter arrivare a 30 metri, mentre oggi sono 22 su Volvera e 15 su None.

Sulla destinazione d’uso nulla è stato deciso. Nel protocollo si citano le potenzialità per accogliere attività di carattere tecnologico, produttivo e logistico, facendo l’ipotesi di un data center (una struttura per custodire infrastrutture informatiche). Ma nella stessa intesa si profilano interventi a lotti, che potrebbero attirare quindi imprese diverse in momenti diversi.

Ma i Comuni hanno chiesto lumi sulle idee di Taurus e su quali tipologie di attività intende concretamente insediare, prima di stendere le regole che permetteranno l’utilizzo dell’area, se si rispettano i parametri? La società infatti ha chiesto di rivedere i piani regolatori il prima possibile, probabilmente perché ha già investitori interessati all’operazione. “Certo che siamo interessati a capire cosa vuole fare Taurus, infatti per ora c’è un impegno preliminare, l’avvio effettivo di ogni procedimento urbanistico dipende poi dal progetto che presentano” spiega il vicesindaca di None Domenico Demuro. Mentre D’Onofrio aggiunge: “È nel nostro interesse che ci sia qualcuno in quegli spazi nella zona industriale visto che gli stabilimenti sono abbandonati. Noi non sappiamo ancora nulla sull’utilizzo di quegli spazi e adesso ci sono solo proposte vaghe perché siamo in una fase preliminare. Dopo questa fase quando ci saranno proposte concrete cercheremo un accordo, venendoci incontro, ma la priorità è non lasciare quegli spazi abbandonati”.

Sabina Comba

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