Questa mattina, dopo essersi arrampicate con imbraghi e caschetti sul tetto della stazione di Porta Susa, alcune attivisti di Extinction Rebellion hanno calato sulla facciata di vetro sopra l’ingresso principale un grande striscione con lo slogan: "COP2025: 1.5°C DI RITARDO".
Sul marciapiede antistante, diverse persone si sono radunate in presidio per parlare con i passanti, mentre tra loro si aggirava una persona travestita da Bianconiglio, che nervosamente guardava il suo orologio e borbottava "È tardi". Un modo ironico per enfatizzare l'urgenza di politiche climatiche più incisive, proprio nei giorni in cui a Belem, la capitale dell'Amazzonia, si svolge la COP30, il vertice annuale sul clima.
"La temperatura media lo scorso anno è stata di 1,55 °C: un evidente fallimento di tutte le politiche climatiche di questi anni" afferma Ivan "Le conferenze mondiali sono state trasformate da incontro della diplomazia mondiale in fiere commerciali tenute in petrostati tra i paesi più autoritari: l'Egitto, gli Emirati Arabi, l'Azerbajian. Migliaia di lobbisti, partecipano infatti ogni anno per difendere i loro profitti, impedendo che qualsiasi reale progresso venga fatto sulla strada della decarbonizzazione e della protezione del clima. Un disimpegno che riflette la posizione dell'Italia sulle politiche di decarbonizzazione: antiscientifica e ideologica”.
“Politiche del tutto ideologiche e antiscientifiche che si osservano anche a livello locale” aggiunge Irene di Extinction Rebellion. “La Regione, ad esempio, continua ad investire in settori altamente energivori ed estremamente impattanti sul territorio, come grandi opere e piste da sci”.
"Gli impatti della crisi sono sempre più intensi e chi oggi è al governo, in Italia come in Piemonte, ci sta letteralmente conducendo al collasso" - dichiara Elsa - “Siamo in emergenza, non c’è più tempo per le favole del governo: il momento è adesso, è già tardi".