Una finale avvincente e spettacolare al termine di una edizione da record. Giunte alla quinta edizione a Torino, le Nitto Atp Finals hanno sfiorato le 230mila presenze, il doppio rispetto alla prima del 2021, condizionata dalle restrizioni legate al Covid.
Una edizione colorata d'azzurro
Il capoluogo piemontese si è innamorata del tennis e del suo protagonista azzurro, Jannik Sinner, capace di arrivare tre volte di fila in finale, vincendo le ultime due. Poi quest'anno c'è stata anche l'applaudita presenza di Lorenzo Musetti e l'exploit del doppio Andrea Vavassori-Simone Bolelli, capace di raggiungere le semifinali, per colorare ancora più di azzurro un 2025 mai cosi' scintillante per il mondo della racchetta sotto la Mole.
Torino promossa a pieni voti
Torino ha vinto la sfida anche dal punto di vista dell'organizzazione, con il Fan Village cuore pulsante degli otto giorni della manifestazione, azzeccata la scelta di aggiungere la musica e lo spettacolo all'evento tennistico dell'Inalpi Arena, con le esibizioni di alcuni grandi cantanti italiani prima degli incontri serali, con la chiusura in grande stile affidata a Gianni Morandi. Tutti tifano perché le Finals rimangano a Torino fino al 2030, parole di incoraggiamento sono giunte anche dal presidente della Federtennis Angelo Binaghi, ma ad oggi ci sono certezze solo per la prossima edizione. Con l'ipotesi di un trasloco a Milano che incombe sempre sullo sfondo.
Sinner come Lendl. Anzi, meglio
Quanto a Sinner, si rischia di essere ripetitivi. Un campione del genere l'Italia non lo aveva mai avuto e già adesso, ad appena 24 anni, con in bacheca 4 titoli Slam, due Coppe Davis e due Finals, ha un palmares di assoluto livello. E dopo un'altra stagione formidabile come lo è stata questo 2025, si iniziano a scomodare i paragoni con i grandissimi del passato, quei campioni che hanno scritto la storia del tennis. Soffermandosi solo a quelli della cosiddetta era Open, quella dagli anni Settanta in poi, il primo giocatore che Sinner ricorda tra coloro che sono saliti al numero 1 del mondo c'è Ivan Lendl. Il cecoslovacco è stato il dominatore della seconda metà degli anni Ottanta: come lui Sinner fa del servizio e dei due colpi fondamentali, dritto e rovescio, la sua forza.
Lendl amava poco l'erba, tanto è vero che il successo a Wimbledon è l'unico che gli è sempre mancato, mentre Sinner prima ancora di compiere 24 anni ha subito centrato l'impresa, primo italiano nella storia a riuscirci. E quindi ha tutto, a partire dall'età, per vincere molto di più del cecoslovacco.
Un pò di Federer e un pò di Djokovic
Per arrivare invece a due che ben conoscono anche i più giovani, in Sinner si rivede qualcosa anche del bagaglio di quel veri fenomeni come Roger Federer e Novak Djokovic. Dello svizzero, campione ricco di classe ed eleganza, ha la signorilità nel portamento e la capacità di giocare i colpi vincenti da fondo campo. Come Nole, invece, Sinner è formidabile nella risposta e sembra avere la capacità di elevare il suo livello man mano che il torneo va avanti e gli avversari diventano più difficili, una forza mentale pazzesca che ha consentito a Djokovic di diventare il più vincente di sempre, indicando proprio nel campione azzurro il suo erede.
La sensazione è che il dualismo tra Sinner e Carlos Alcaraz possa segnare un'era. In attesa che all'orizzonte compaia un terzo incomodo per provare a interrompere il loro dominio. Prossima puntata a gennaio con gli Australian Open, dove il nostro campione ha vinto le ultime due edizioni.