Arrivi turistici aumentati del 90% in Piemonte, ma di oltre il 100% a Torino. Il tutto in 20 anni esatti, ovvero da quando l’onda (gelata) delle Olimpiadi Invernali del 2006 ha preso la città della Mole e l’ha sollevata sulla cresta, mostrandola a tutto il mondo sotto una luce diversa.
Arrivi, ma anche pernottamenti
E che il territorio non sia più lo stesso lo dicono anche i dati dell’Osservatorio turistico della Regione: dal 2006 al 2024 sono aumentati anche i pernottamenti (+52%) in tutto il Piemonte, ma addirittura del 73% a Torino e cintura e del 70% solo nel capoluogo. Il solo 2024 parla di 17 milioni di pernottamenti in Piemonte, con 4,5 milioni solo a Torino. Un comparto - quello del turismo - che ormai pesa per quasi il 10% del Pil della regione.
I dati sono stati ribaditi in occasione dei 50 anni della Gia, associazione che raccoglie all’interno di Ascom le guide turistiche. “Loro sono le vere testimoni di quel che c’era prima delle Olimpiadi e di ciò che c’è adesso e ci sarà in futuro”, dice la presidente di Ascom Torino e provincia, Maria Luisa Coppa. “C’è tutto un mondo che insieme a ristorazione e accoglienza dialoga e progetta, componendo il futuro del nostro territorio. Ma ora l’impegno è di portare i turisti anche un po’ fuori dal centro: Cit Turin, Crocetta e Gran madre, per cominciare”.
Gli anni 80 come inizio
“L’avventura turistica torinese - dice Laura Scarlazzetta, guida turistica - ha una data che secondo me è diversa dal 2006. Penso alla marcia dei 40mila del 1980. Ha segnato l’inizio di qualcosa di diverso per la città. Ma anche la chiusura del Lingotto, la nascita di Cinema Giovani, il primo museo di arte contemporanea d’Italia a Rivoli. E ancora Slow food mentre Renzo Piano firma la riapertura di parte del Lingotto, il Salone del Libro e il cammino Unesco delle Residenze Sabaude. Negli anni 80 c’è già tutto in nuce, per la Torino che verrà”.
E Barbara Sapino, presidente Gia, ricorda anche “il cambiamento legato al Piano regolatore del 1995 tra pedonalizzazioni e aree nuove e ripensate, anche nei collegamenti con le altre città”.
Lo Russo: “I grandi eventi parte della nostra identità”
“È incredibile come la narrazione di una città che ha scommesso sul proprio futuro rappresenti una sfida perfettamente centrata - dice il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -. In questi anni abbiamo fatto un investimento molto intenso sulla rinascita di questa città: ha alcune caratteristiche uniche che non sono merito nostro, ma abbiamo la responsabilità di farla conoscere. Chi viene qui, magari per sbaglio, poi scopre questa città e rimane sorpreso. Torino è molte cose diverse ed è figlia di una logica che vede i grandi aventi come parte di un’identità della città”.
“Grazie alle Olimpiadi abbiamo avuto le Atp - prosegue - altrimenti non avremmo avuto il palazzetto in cui si sono svolte le gare. Ma sono importanti anche le guide, che raccontano Torino con amore o i tassisti che sono i primi ambasciatori della città. Chi arriva a Torino con aspettative basse, poi resta stupefatto”.
Via Roma e Graffiti: cosa bolle in pentola
Altri progetti sono in rampa di lancio “Nel 2026 inizieremo a lavorare sui graffiti, intervenendo sugli immobili di nostra proprietà: daremo l’esempio per poi cercare di coinvolgere anche i privati. Speriamo tra un anno di presentare via Roma pedonale completata e gli edifici più curati, insieme allo spazio pubblico”.
Castellani: “Città che diventa plurale”
Sindaco di Torino dal 1993 al 2001 e poi presidente del Toroc, Valentino Castellani è colui che ebbe la visione all’epoca: “All’inizio degli anni Novanta tutti noi torinesi vivevamo sgomenti nel pieno della crisi della manifattura e non si vedeva un futuro di questa città. La nostra visione è che non si poteva tornare indietro: Torino doveva entrare nel novero delle città europee con una struttura plurale. Non solo Fiat, ma dando alla nostra comunità anche altre opportunità di sviluppo”.
Cultura, turismo e rilancio
“La cultura, avevamo pensato, doveva essere uno dei pilastri dello sviluppo di questa città - prosegue Castellani -: non solo per i residenti, ma anche come offerta per i turisti. E bisognava ridare dignità fisica a questa città a cominciare con il Piano regolatore: senza ricominciare da capo, ma lavorando su quel che c’era già. Il nostro primo pensiero furono le piazze, iniziando da piazza Palazzo di Città. Ma siamo intervenuti anche nel Quadrilatero Romano e ovunque si potesse ridare visibilità alla nostra città barocca. Le Olimpiadi, in questo senso, furono anche un punto di arrivo di un certo cammino, oltre che un punto di partenza. Da quel momento abbiamo ricollocato Torino sulla mappa del mondo, mentre prima in tanti si chiedevano dove fosse la nostra città”.
Attenzione al rischio Overtourism
Overturismo? “Non siamo ancora a quel punto - conclude Castellani -, ma come dicevano non solo Fiat, ora dobbiamo dire non solo turismo. È un fenomeno che va governato. Serve un progetto e dare qualità al turismo, guidandone gli effetti sui residenti e sulla città”.
“Combattere l’ovetourism passa anche dal nuovo Piano regolatore - commenta Coppa -: se cambiamo destinazione d’uso e quindi in b&b tutti i negozi sfitti, rischiamo di cambiare il volto a questa città”.
“Le Olimpiadi sono state un volano di una trasformazione che era già iniziata, accelerandola, verso quel nuovo noi che volevamo essere - dice il presidente della Camera di Commercio di Torino, Massimo Cipolletta -. Un cambiamento che non finisce mai, in tempi di innovazione socio-economici. Dobbiamo strutturarci per cavalcare questa trasformazione: dobbiamo esserne protagonisti senza subirla".