L’Assemblea del CAL, riunitasi oggi al termine dell’Ufficio di Presidenza, ha esaminato, esprimendo parere favorevole all’unanimità dei votanti (due consiglieri non hanno partecipato al voto) la proposta di deliberazione 126 sull’adozione del Piano sociosanitario regionale 2025-2030. È intervenuto a illustrare il provvedimento l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi.
“Il nuovo Piano – ha esordito Riboldi - è la carta d’identità del futuro sanitario e sociale della Regione e si va a inserire in un contesto di grandi cambiamenti della società e della sanità, dove le esigenze di cura sono completamente cambiate”.
Tra i punti salienti presentati dall’assessore figurano la riduzione delle liste d’attesa, uno dei problemi più sentiti dal sistema sanitario regionale; la riorganizzazione della medicina territoriale; l’avvio del corpo logistico sanitario piemontese; l’istituzione della figura del responsabile operativo degli ambienti sanitari. Ci sono anche i tavoli di lavoro dedicati a patologie specifiche, per definire percorsi di cura più mirati; la riorganizzazione della spesa sanitaria produttiva, per migliorare l’efficienza del sistema; l’introduzione di un nuovo settore per la salute mentale, che includerà anche le dipendenze. Riboldi ha ancora fatto presente che “il nuovo Cup integrato all’intelligenza artificiale entrerà a pieno regime dal 2026 con un’innovativa divisione delle prese in carico delle cronicità” e ha richiamato infine “l’enorme investimento sull’edilizia sanitaria, che porterà ad avere 11 nuovi ospedali, 4 rigenerazioni e ampliamenti, 91 case di comunità e 30 ospedali di comunità, oltre a 49 centrali operative territoriali”. L’Assemblea del Cal ha espresso la raccomandazione che siano prese in esame le criticità emerse sia in sede di dibattito che nelle osservazioni depositate.
In precedenza, l’Ufficio di presidenza del Consiglio delle Autonomie locali (Cal), presieduto da Mauro Barisone, aveva espresso parere favorevole all’unanimità a due proposte di regolamento correlate alla legge regionale 5/2018, “Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria”. L’assessorato ha spiegato che il primo regolamento attuativo concerne i requisiti, il rilascio dell'abilitazione per l'esercizio venatorio, le materie d'esame e la relativa commissione, nonché la predisposizione di testi relativi alle principali nozioni su cui vertono gli esami, mentre il secondo riguarda le attività di cattura e di inanellamento a scopo scientifico, di tassidermia e di detenzione dei trofei.