Attualità - 21 novembre 2025, 08:42

Cpr di Torino, la Prefettura replica: “Ospiti socialmente pericolosi, nessun sovraffollamento”

Dopo il sopralluogo del sindaco che aveva definito il Centro per il Rimpatrio al pari di un carcere

Immagine di repertorio

Si accende lo scontro istituzionale attorno al Centro per il Rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi. Dopo le dichiarazioni del sindaco Stefano Lo Russo, che un paio di giorni fa aveva definito la struttura “un carcere a tutti gli effetti”, arriva la replica ufficiale della Prefettura, che smentisce le criticità denunciate dal primo cittadino.

La Prefettura: “Qui persone socialmente pericolose”

La Prefettura precisa che gli ospiti dei Cpr “oltre a essere irregolari sul territorio nazionale, sono soggetti socialmente pericolosi, spesso con una lunga storia di reati”.

Nel dettaglio, vengono elencate le tipologie di precedenti riscontrati tra i trattenuti attuali e passati: associazione per delinquere per terrorismo, omicidio e tentato omicidio (7 casi), oltre 40 denunciati per spaccio di stupefacenti, 29 denunce per lesioni personali, 14 per rapina e 31 per furto, oltre a ricettazione, sequestro di persona, tortura, violenza sessuale e violenza privata. Una fotografia impietosa.

“Nessun sovraffollamento: oggi presenti 68 persone”

La Prefettura sottolinea inoltre che non vi sarebbe alcun problema strutturale legato alla capienza: attualmente il Cpr ospita 68 persone, un numero inferiore al limite previsto dalla convenzione (70). Gli spazi, si legge, sarebbero “ampiamente idonei”, dotati di sale per udienze, colloqui familiari e incontri con i difensori, garantendo “riservatezza e privacy”.

Attività ricreative e Protocollo sanitario 

Sempre la Prefettura spiega come il gestore organizzi “iniziative ricreative, sociali e religiose”, mentre la parte sanitaria è regolata da un Protocollo d’intesa con l’Asl Città di Torino.

Questo prevede: valutazione dell’idoneità alla vita in comunità, accesso pieno al Servizio Sanitario Nazionale, visite psichiatriche in loco due volte a settimana, accesso a visite specialistiche e Pronto Soccorso sorveglianza epidemiologica e servizi di mediazione linguistica.

La stoccata sul tema dei vulnerabili

Un passaggio finale riguarda l’uscita dal Cpr dei soggetti vulnerabili - questione al centro delle critiche del sindaco: secondo la Prefettura, la presa in carico dopo il rilascio “non compete al Cpr ma ai servizi socio-sanitari territoriali”, che verranno “nuovamente sensibilizzati”.

Redazione