E' stato siglato - dopo lunghe trattative e settimane di interruzione per un totale di 17 mesi - il rinnovo del contratto nazionale per la categoria dei lavoratori metalmeccanici. Si tratta di un'intesa su scala nazionale, ma che a livello territoriale riguarda circa 300 aziende a Torino e provincia, per un totale di oltre 53mila addetti.
L'intesa prevede un aumento di 205 euro (lordi) al mese, cui se ne aggiungono 50 sotto forma di welfare. “Questo contratto, che arriva al termine di una vertenza lunga e complessa, è un segnale di fiducia e stabilità per le imprese e i lavoratori delle aziende metalmeccaniche torinesi. Si tratta di un risultato importante, che dimostra l’impegno e il senso di responsabilità delle imprese del nostro territorio, che stanno affrontando una transizione articolata e mai come oggi devono programmare investimenti a medio e lungo termine”, commenta Giorgia Garola, presidente dell’Amma e vicepresidente dell’Unione Industriale di Torino, insieme ad Alberto Dal Poz, vicepresidente dell’Unione Industriali Torino con delega alle relazioni industriali, commentano la firma del nuovo accordo tra Federmeccanica e Assistal con Fim, Fiom e Uilm. “Formazione, inquadramento, flessibilità, salute e sicurezza, appalti, relazioni industriali e retribuzione compongono le voci dell’accordo messo a disposizione di lavoratori e imprese per accompagnare nei prossimi anni l’ulteriore sviluppo della metalmeccanica italiana. Le parti sociali hanno confermato il loro comune impegno. Ora è ancora più urgente che si definiscano politiche industriali adeguate e ambiziose, capaci di sostenere investimenti in innovazione e la crescita dimensionale delle imprese, affrontando al contempo i nodi del costo dell’energia e del cuneo fiscale, come da tempo chiediamo”.
“E' stato un contratto dal percorso difficile che ha portato ad un conflitto di 40 ore di sciopero che non si effettuava da oltre 20 anni. Abbiamo ottenuto un incremento salariale mensile importante con una clausola di garanzia per le impennate inflazionistiche. Il ringraziamento va ai lavoratori che si sono sacrificati per la protesta", commenta il segretario generale di Fim Cisl, Ferdinando Uliano.
E Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, aggiunge: "Si realizzano importanti avanzamenti per regolare il mercato del lavoro con l'introduzione del diritto alla stabilizzazione per i lavoratori somministrati a tempo indeterminato (staff leasing) dopo 48 mesi di lavoro, la definizione di causali per i contratti a termine con una percentuale di stabilizzazione al 20% come condizione per l’utilizzo delle medesime causali oltre il dodicesimo mese di contratto. L’accordo appena siglato va inoltre nella direzione del rafforzamento di tutta la parte normativa riguardo alle relazioni sindacali, i diritti di informazione e partecipazione, il diritto soggettivo alla formazione, le norme su salute e sicurezza e il contrasto alla violenza contro le donne. Ulteriori novità sono rappresentate dal rafforzamento delle regole sui cambi appalti privati, dall’innovazione della normativa sulla gestione collettiva ed individuale dei PAR, dal miglioramento della malattia per i malati gravi, i lavoratori disabili, dei periodi di assenza dal lavoro per lavoratori migranti utili al raggiungimento del Paese di origine".
Mentre Rocco Palombella, segretario della Uilm, conclude: "Abbiamo rinnovato il più grande contratto dei lavoratori metalmeccanici, più salario a tutti i lavoratori e crea le condizioni per una riduzione dell'orario di lavoro, più diritti e soprattutto più tutele. Il settore metalmeccanico aveva tanto bisogno di questo rinnovo contrattuale e soprattutto il 1.400.000 lavoratori".
Ma i commenti arrivano anche dal mondo della politica: "È un risultato che dimostra, ancora una volta, che la lotta paga - afferma Marco Grimaldi, parlamentare di AVS - Questo contratto non è solo un accordo economico: è una dichiarazione politica. È la risposta concreta a chi, da anni, racconta che bisogna rassegnarsi al lavoro povero, alla precarietà, alla compressione dei diritti. È la smentita più forte a chi ha provato a convincerci che la flessibilità fosse l’unico orizzonte possibile".