Fragili, soli e stretti nella morsa del freddo. È così che vive la maggioranza dei parte delle persone senza fissa dimora a Torino. Come casa una panchina, oppure il selciato dei portici del centro. Con l’abbassarsi delle temperature, come ogni anno, la Città ha varato il piano accoglienza invernale.
L'obiettivo per il 2025-26, come chiarito dall'assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, è non lasciare nessuno "solo, soprattutto nei mesi più freddi, ma anche oltre l’inverno, accompagnando ogni persona verso un futuro più stabile". Insieme al Comune, per le persone senza dimora sono schierate anche la polizia municipale e 40 enti torinesi del Terzo Settore, per un totale di oltre 1100 percorsi di accoglienza.
730 posti letto
Complessivamente a Torino per l’inverno 2025-26 saranno operative 27 strutture di prima accoglienza per adulti senza dimora, con una capacità ricettiva di circa 730 posti letto. In questo quadro, la Città ha già completamente riqualificato il sito di via Traves, offrendo ai clochard più comfort e privacy grazie all’installazione di nuovi moduli abitativi. Entro gennaio i posti letto passeranno dagli attuali 68 a 88, grazie all’acquisto di 5 nuovi container.
Sempre operativa è anche la struttura dell’ex Buon Pastore, in corso Regina Margherita, che può ospitare fino a 80 persone, tra adulti singoli e nuclei familiari. L’accesso avviene su segnalazione dei servizi sociali e del Pronto Intervento Sociale della Città. In un luogo diverso sarà inoltre attivata un'accoglienza dedicata alle donne.
Il commento
"Con il Piano di Accoglienza Invernale 2025/2026 la Città di Torino conferma e rafforza l’impegno verso le persone senza dimora – dichiara Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali della Città – diventato strutturale lungo tutto il corso dell’anno. Consapevoli dell’emergenza legata a questo tipo di marginalità, purtroppo in molti casi in aumento, lavoriamo per ampliare servizi e posti disponibili, migliorare la qualità degli spazi e investire in percorsi che favoriscano l’inserimento di queste persone in percorsi di autonomia".