Attualità - 26 novembre 2025, 16:20

Dimensionamento scolastico, la preoccupazione di Cisl Torino-Canavese

Simona Sacchero: "Basta accorpamenti, ci sono già troppe criticità"

Immagine d'archivio

“La Cisl Scuola Area Metropolitana Torino-Canavese esprime la propria preoccupazione sulle decisioni di un nuovo piano di dimensionamento scolastico, avanzato ieri dalla Commissione regionale, che prevede ulteriori accorpamenti di istituzioni scolastiche dopo quelli già realizzati sul territorio negli ultimi anni”. Così la segretaria generale Cisl Scuola Torino-Canavese, Simona Sacchero commenta gli ultimi accorpamenti di alcuni istituti scolastici della provincia di Torino. “Avevamo auspicato – aggiunge Sacchero – che, in assenza del parere favorevole delle istituzioni scolastiche, la Regione sospendesse ogni ulteriore intervento. Il nostro territorio presenta diverse criticità: da un lato le aree collinari e semi-montane, dove è fondamentale garantire la presenza della scuola come presidio educativo e di comunità; dall’altro la complessità del capoluogo torinese, attraversato da fragilità sociali e lavorative, che guarda la  scuola come leva essenziale di sviluppo, di inclusione e di opportunità”. 

Il rischio concreto, secondo la Cisl Scuola Torino-Canavese, è quello di creare istituti-mostro, ingestibili e distanti dagli studenti e dalle famiglie, con dirigenti scolastici e personale amministrativo sommersi da adempimenti burocratici e sempre più lontani dal rapporto educativo con gli alunni e le famiglie. 

I rischi ai quali si va incontro sono evidenti: riduzione di personale docente e ATA, indebolimento della sicurezza e dell’inclusione, peggioramento della qualità del servizio, aumento della precarietà, incremento del rischio di dispersione scolastica, proprio nei quartieri in cui la scuola rappresenta l’unico presidio di legalità, integrazione e cittadinanza. 

“La scuola – conclude Sacchero – non può essere trattata come un costo da ridurre o un’azienda da ottimizzare. Gli istituti che operano nelle periferie urbane e nei territori complessi sono presìdi educativi fondamentali, in rete con enti locali e associazioni, capaci di prevenire il disagio, sottrarre adolescenti alla strada e offrire percorsi reali di crescita. Invece di tagli, servono investimenti, personale, stabilità e una visione politica che riconosca alla scuola il suo ruolo strategico”. 

“La decisione della Regione Piemonte di procedere agli accorpamenti scolastici, che coinvolge sette istituti superiori torinesi situati nelle aree più fragili della città, tra cui Barriera di Milano, Aurora, Mirafiori e le periferie sud, rappresenta la strada più semplice e più dannosa: tagliare la scuola invece di investire. Accorpare istituti diversi tra loro, in quartieri già segnati da disuguaglianze socio economiche, significa colpire proprio chi avrebbe più bisogno di una presenza educativa forte e stabile, che crei opportunità specifiche. Creare scuole da oltre mille studenti non è razionalizzazione ma abbandono istituzionale, così come mescolare percorsi professionalizzanti molto differenti tra loro, contraendo quindi le risorse per la didattica", attaccano anche le consigliere regionali del Pd Nadia Conticelli ed Emanuela Verzella.

"Si è voluto procedere a colpi di maggioranza, senza tenere conto delle delibere né delle scuole né degli enti locali, ignorando le fragilità sociali e anni di lavoro didattico ed educativo e scaricando sulle comunità il costo di decisioni calate dall’alto. Così si smantella un diritto fondamentale: quello allo studio e all’uguaglianza delle opportunità", hanno concluso le due esponenti dem.

"Oggi insegnanti, dirigenti e sindacati delle scuole piemontesi sono venuti in presidio sotto il Consiglio regionale per ribadire all’aula tutta la loro preoccupazione sui dimensionamenti scolastici che l’assessora Chiorino si appresta a fare. Un Ordine del giorno sul tema, presentato insieme alla collega Conticelli, giace da inizio luglio e nemmeno oggi la destra ha voluto discuterlo, dimostrando che il loro ascolto e attenzione ai bisogni dei territori anche in questo caso è solo a parole. Preferiscono eseguire gli ordini del Ministero, che continua a tagliare la scuola pubblica: c'era un'altra strada, ovvero quella di impugnare davanti al TAR la proposta ministeriale come ha fatto la Regione Campania. Domani mattina la commissione istruzione darà il parere sulla delibera di Giunta con cui Chiorino chiuderà la partita", attaccano le consigliere regionali di AVS Alice Ravinale e Valentina Cera.
"Noi voteremo contro. La mobilitazione ha funzionato per alcune delle scuole superiori di Barriera di Milano, e questo è un segnale importante, ma nell’elenco degli accorpamenti restano scuole di periferia sud di Torino, istituti comprensivi di aree interne e di provincia e scuole primarie, come la Frassati e la Allievo, con situazioni che avrebbero bisogno di tutto il sostegno e la cura possibile, non di tagli e minore personale. Le scuole che sono presidi fondamentali per il territorio e bambini e bambine, studenti e studentesse ma anche insegnanti e personale ATA hanno il diritto di avere una scuola pubblica adeguata ai loro bisogni", hanno concluso le due esponenti della sinistra.

comunicato stampa