La piscina Sebastopoli si prepara a cambiare volto. L’impianto sportivo di corso Sebastopoli 260, quartiere Santa Rita, da anni punto di riferimento per centinaia di nuotatori torinesi, chiuderà temporaneamente i battenti dal 31 dicembre 2025 al 31 agosto 2026 per consentire un importante intervento di riqualificazione. Una notizia attesa, ma che porta con sé inevitabili disagi per utenti, associazioni e famiglie che ogni giorno frequentano la struttura.
Modello virtuoso
La gestione dell’impianto, attualmente affidata al Centro Nuoto Torino Ssd, rientra nel nuovo percorso dell’Articolo 5 del D.Lgs. 38/2021, una procedura innovativa introdotta dalla Riforma dello Sport e recepita dalla Città di Torino. Tale norma consente agli enti locali di affidare direttamente la gestione di un impianto sportivo a un’associazione o società dilettantistica senza scopo di lucro che presenti un progetto di ammodernamento o rigenerazione. Quello della Sebastopoli è il primo Articolo 5 attivato a Torino, un modello che l’amministrazione definisce “virtuoso”, in quanto permette di favorire investimenti privati su strutture pubbliche, velocizzando iter burocratici e riducendo i tempi di intervento.
Abbonamenti congelati
Nel frattempo, però, gli utenti devono fare i conti con la chiusura dell’impianto. Una circolare affissa all’ingresso della piscina informa infatti che tutti gli abbonamenti verranno congelati e riattivati al momento della riapertura. Le quote d’iscrizione già versate varranno invece per la stagione 2026/2027, a compensazione del lungo stop.
Dove possibile, spiega il gestore, abbonamenti e tesseramenti potranno essere utilizzati presso la piscina Einaudi di via Braccini 11, l’impianto “gemello” che accoglierà parte degli iscritti durante i lavori. Una soluzione tampone, che tuttavia non risolve del tutto i problemi di chi contava su orari e vicinanza della Sebastopoli.
Se da un lato i lavori porteranno a un impianto rinnovato e più moderno - un investimento che la Città considera strategico - dall’altro per molti cittadini i prossimi mesi si prospettano complessi: spostamenti, riduzione degli spazi acqua e riorganizzazione delle attività rappresentano sfide concrete per utenti e famiglie.