(Adnkronos) - Ci sarebbe Federica Mogherini, già Alta Rappresentante dell'Ue e attuale direttrice del Collegio d'Europa, tra le tre persone fermate oggi, martedì 2 dicembre, nel corso dell'operazione effettuata dalla polizia belga, su richiesta della Procura europea antifrode (Eppo) di Bruxelles, per sospetta frode ai danni dell'Ue relativa ad una gara d'appalto indetta dal Seae. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir, citando fonti attendibili che confermano la notizia, data per prima dall'Echo. Sempre secondo le informazioni riportate da Le Soir, sarebbero stati fermati anche l'ambasciatore Stefano Sannino, già segretario generale del Seae ed ex rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue, e un amministratore del Collegio d'Europa di Bruges.
In Belgio una persona sospettata di aver commesso un reato può essere privata della libertà per 48 ore, durante le quali può essere interrogata (può chiedere l'assistenza di un avvocato). La procedura è sotto il controllo del giudice istruttore, che può prolungare il periodo di fermo in alcuni casi.
La Polizia Federale delle Fiandre Occidentali ha condotto oggi perquisizioni nella sede del Seae, a Bruxelles, al Collegio d’Europa di Bruges, nel Servizio europeo per l'azione esterna a Bruxelles e nelle abitazioni degli indagati, nell’ambito di una inchiesta su una sospetta frode ai danni dell’Ue nella formazione di giovani diplomatici.
Al centro dell'indagine è il progetto per l'Accademia diplomatica dell'Unione Europea, un programma di formazione di nove mesi per giovani diplomatici negli Stati membri, aggiudicato dal Servizio europeo per l'azione esterna al Collegio d'Europa in Belgio, nel periodo 2021-2022, con una gara d'appalto.
L'indagine, spiega l'Eppo, mira ad appurare se il Collegio d'Europa e/o i suoi rappresentanti fossero stati informati in anticipo dei criteri di selezione della procedura di gara e avessero "sufficienti motivi" per ritenere che si sarebbero aggiudicati l'esecuzione del progetto, prima della pubblicazione ufficiale del bando di gara da parte del Seae. Vi sono "forti sospetti" che, durante la procedura di gara per il programma, sia stato violato l'articolo 169 del regolamento finanziario relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative all'appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara. Prima delle perquisizioni, l'Eppo ha richiesto la revoca dell'immunità di diversi indagati, che è stata concessa.