La petizione firmata da 1.496 residenti tra via Rubino, via Gonin, via Nitti, via Gaidano, via Bonfante e corso Salvemini ha acceso i riflettori su un problema che, da mesi, esaspera il quartiere: insediamenti abusivi di camper, degrado e minori che non frequenterebbero la scuola. Dopo la discussione in Commissione, l’interpellanza del vicepresidente vicario Domenico Garcea è arrivata in Sala Rossa. E dalla risposta dell’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli, emerge un quadro complesso e molto delicato.
Secondo gli ultimi rilevamenti dell’Ufficio Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti, nell’area sarebbero presenti sei nuclei familiari, per un totale di 17 minori, di cui 8 in età scolare. Tutti risultano monitorati in modo costante dai Servizi sociali, in collaborazione con il Nucleo Risi della Polizia Locale, l’associazione Camminare Insieme e altre realtà del territorio.
Le segnalazioni alla Procura
Sulla questione dell’obbligo scolastico, Rosatelli conferma che ci sono già state più segnalazioni alla Procura per i Minorenni. Il nucleo 1, composto da sei bambini (cinque in età scolare), è seguito dal 2023 con interventi ripetuti. Dopo un periodo in cui la famiglia si era allontanata dal territorio, è stata nuovamente intercettata e - a fronte della scarsa collaborazione - segnalata alla Procura in due occasioni: maggio 2024 e ottobre 2025.
Il nucleo 2, con un minore in età scolare, è in carico per gravi problematiche educative e abitative. Anche qui è scattata una segnalazione alla Procura il 28 ottobre 2025.
Il nucleo 6 vede coinvolta una minore di 11 anni che, secondo gli accertamenti, sarebbe impiegata in attività di recupero rifiuti: anche in questo caso è stata inviata segnalazione alla magistratura minorile.
Gli altri nuclei - con minori non ancora in età scolare - sarebbero comunque sotto stretta osservazione, soprattutto per la valutazione delle competenze genitoriali.
Un monitoraggio continuo
Rosatelli sottolinea che il monitoraggio nell’area è “costante e specifico”, e che la collaborazione interforze e con il volontariato è ormai sistematica. "Il nostro atto nasce da una situazione grave e ben documentata: una petizione popolare firmata da quasi 1.500 cittadini - così Garcea -. La sensazione è che ci troviamo di fronte a una situazione gestita più in modo emergenziale che strutturato, dove il monitoraggio sembra basarsi su interventi episodici anziché su un coordinamento stabile e continuativo. E questo rappresenta un limite serio, perché parliamo di minori che dovrebbero essere al centro delle politiche sociali di una città come Torino".














