Eventi - 03 dicembre 2025, 07:02

Rebaudengo, il quartiere che non sapeva di avere sei secoli di storia

Dalla bolla papale del 1460 a don Bosco: il libro "Rebaudengo E4 e Ponte Rosso" racconta tra archivi, testimonianze e memorie tante storie del passato

Daniela Petrocco, ex insegnante con una grande passione per la storia

C'è un quartiere di Torino che, per secoli, è rimasto ai margini della città ma mai ai margini della storia. È il Rebaudengo, estremità nord della città, nato attorno alla cascina La Voghera, passato attraverso la Battaglia di Torino del 1706, coinvolto nella Resistenza e diventato negli anni Settanta la casa degli operai Fiat del complesso E4.

Eppure, nonostante questo patrimonio, nessuno aveva mai messo tutto nero su bianco. A farlo per la prima volta sono stati Daniela Petrocco e Mauro Poma nel volume dal titolo "Rebaudengo E4 e Ponte Rosso", che ripercorre sei secoli di vicende ricostruendo l'identità di una comunità che non si è mai percepita davvero periferia. Un lavoro enorme: 14 archivi consultati (uno privato), oltre 56 residenti intervistati, un viaggio tra documenti, lettere, mappe, progetti ATC e ricordi di chi ha vissuto queste strade in prima persona.

"Abbiamo iniziato da zero: non era mai stato scritto nulla"

"Nel nostro quartiere non era mai stato scritto nulla, quindi abbiamo iniziato da zero", racconta Daniela Petrocco, ex insegnante torinese con una profonda passione per la storia cittadina. È lei ad aver scandagliato archivi e raccolto testimonianze, mentre il collega Mauro Poma, ingegnere aerospaziale e autore di racconti, si è occupato della stesura del testo.

La molla scatta quando Petrocco, residente nel quartiere dal 2018, comincia a frequentare la bocciofila di via Scotellaro. Alcuni soci, emigrati dal Sud negli anni della grande migrazione, le raccontano la loro epopea quotidiana: case ancora da costruire, zero servizi, figli lasciati a se stessi, una comunità da inventare da zero.

Fu allora, in un'epoca che sembra ormai lontana ma estremamente attuale, che insieme alla scuola Anna Frank e agli insegnanti nacquero le prime iniziative: attività per i ragazzi, gruppi ricreativi e persino il primo corpo di majorettes della città. "Era un modo per non lasciare soli i bambini, per costruire una comunità coesa", ricordano le voci raccolte da Petrocco durante le interviste.

Una periferia che periferia non è

Il libro dimostra come Rebaudengo sia sempre stato parte attiva della storia torinese. La ricerca parte addirittura dal 1460, da una bolla papale rivolta al Duca di Savoia che regolava affitti e spostamenti dei terreni agricoli fuori dalle mura. Da lì nascono cascine che oggi non esistono più, come la Voghera, ma fondamentali per capire lo sviluppo dell'area.

Curiosa e poco nota anche la vicenda dell'Istituto Salesiano, aperto il 4 ottobre 1929: un presidio educativo piazzato in mezzo alla campagna, lontano da Valdocco, grazie alle donazioni dei conti Pamparato e all'impegno del conte Eugenio Rebaudengo. Un tassello essenziale per lo sviluppo del quartiere.

La battaglia del 1706 e la Resistenza: storie mai raccontate

Tra le scoperte più sorprendenti c'è il ruolo del quartiere durante l'assedio del 1706: alcune strade attuali furono teatro diretto della battaglia, un dettaglio mai emerso prima.

Poi c'è la memoria partigiana: figure come Erich Giachino, Piero Sasso, Adriana Colla o Giuseppe Bravin. Per esempio, i genitori di Giachino acquistarono un terreno per costruire una scuola e un piccolo museo dedicato al figlio, ancora oggi visitabile su richiesta alla scuola stessa. Una raccolta di testimonianze preziose che illumina un pezzo di Torino spesso dimenticato.

Il complesso E4 e la comunità degli anni Settanta

Il filo narrativo arriva ai giorni del complesso E4, nato per ospitare i lavoratori Fiat. Anche qui, i servizi erano minimi: la bocciofila era (e resta) l'unico vero punto di riferimento. Eppure fu proprio da quel vuoto che nacque una comunità capace di reagire: genitori, insegnanti e associazioni lavorarono insieme per affrontare problemi come caro affitti, tossicodipendenze, mancanza di spazi e servizi.

"Molti residenti si sono ritrovati nel libro", racconta Petrocco. "È una storia mai scritta e ci sarebbero ancora tante cose da approfondire. Chi vorrà potrà lavorarci sopra e rispondere alle tante domande ancora aperte".

Un libro che restituisce identità

Il volume – che ripercorre la storia dal XV secolo a oggi – unisce rigore di ricerca e forza delle testimonianze dirette. Un viaggio che passa dalla Torino agricola ai giorni nostri, dai conti Pamparato a don Bosco, dalla battaglia del 1706 alla Resistenza, dalla nascita dell'E4 alle sperimentazioni didattiche nelle scuole.

Il libro è disponibile in tutte le librerie torinesi e presso la bocciofila "Amici delle bocce" di via Scotellaro 30, epicentro della memoria collettiva che ha dato vita al progetto.