Una “foresta itinerante” che attraversa i quartieri, si ferma nelle piazze, accompagna eventi culturali e, alla fine del viaggio, lascia in eredità nuovi alberi alla città. È questa l’idea al centro della mozione presentata in Circoscrizione 3 dalla consigliera del Partito Democratico Sara Garetto, (prima firmataria) sottoscritta da tutti i colleghi e accolta con entusiasmo in aula.
Lotta all’isola di calore
Il progetto parte da un dato ormai evidente: Torino è una delle città italiane più colpite dal fenomeno dell’isola di calore e dall’inquinamento da polveri sottili. Nelle zone più urbanizzate, soprattutto in assenza di alberature, gli effetti si avvertono in modo ancora più duro.
Da qui l’idea di portare il verde esattamente dove manca: non solo per migliorare la qualità ambientale, ma anche per aiutare i cittadini a sperimentare di persona quanto alberi e piante possano modificare un luogo, renderlo più vivibile e - non ultimo - influire positivamente su benessere, stress, relazioni sociali.
Una foresta su carrelli spinta dai cittadini
Il cuore dell’iniziativa è semplice quanto scenografico: creare un gruppo di alberi montati su carrelli non motorizzati, da spingere fisicamente lungo un percorso studiato nei quartieri della Circoscrizione 3. A muoverli saranno associazioni, comitati, gruppi informali e cittadini volontari.
La foresta itinerante farà tappa in aree carenti di verde o in spazi dedicati ad attività culturali. In ogni tappa potranno essere organizzati concerti, letture, laboratori, incontri e momenti di aggregazione. Un modo per trasformare il passaggio degli alberi in un evento collettivo, festoso e allo stesso tempo educativo.
“Sono molto felice di poter presentare questa mozione - ha spiegato Garetto -. Il progetto nasce per sensibilizzare all’importanza del verde urbano e dell’attenzione all’ambiente. I carrelli non saranno motorizzati: saranno i cittadini a spingere gli alberi, perché la cura del territorio è un gesto condiviso”.
Un’eredità verde permanente
Oltre al viaggio itinerante, l’iniziativa prevede un ultimo passo: scegliere uno o più luoghi in cui lasciare stabilmente gli alberi al termine del percorso, creando così nuovi “rifugi climatici” permanenti nei quartieri. Una foresta che cammina, ma che poi mette radici.
Associazioni e comitati al centro del progetto
Un modello partecipativo che guarda anche ad esperienze europee come “The Walking Forest” di Leeuwarden, portando nel contesto torinese un’idea che unisce creatività, sostenibilità e senso di comunità. “È un progetto ambizioso - conclude la consigliera -, ma con l’aiuto di tutti può diventare realtà. E soprattutto può essere bellissimo, da vedere e da vivere insieme”.