Cronaca - 08 dicembre 2025, 16:16

Vent’anni dopo Venaus, migliaia in marcia contro la Tav in Val di Susa

A San Giuliano la tappa finale del corteo dell’8 dicembre. In strada anche studenti, collettivi e cartelli per Shahin e Palestina. Tensioni nei giorni scorsi attorno ai cantieri di Chiomonte e San Didero

A vent’anni dalla manifestazione dell’8 dicembre 2005, migliaia di attivisti No Tav tornano oggi a marciare in Val di Susa per ricordare quella giornata diventata simbolo della mobilitazione contro la Torino-Lione. Vent’anni da quel giorno di neve che non fermò la protesta: in molti aggirarono il blocco delle forze dell’ordine e rioccuparono i terreni di Venaus, da cui due giorni prima erano stati allontanati i presidianti durante lo sgombero del primo cantiere per la linea ad alta velocità.

Secondo i No Tav quella giornata segnò l’inizio di una lunga resistenza popolare in difesa del territorio. Anche quest’anno, l’iniziativa è stata organizzata per ribadire l’opposizione all’opera. In migliaia in marcia da questo pomeriggio, molte le anime della protesta, non solo legate alla realizzazione dell’opera ferroviaria. 

Le anime della marcia

Ci sono bandiere della Palestina così come cartelli in sostegno alla causa dell’imam Mohamed Shahin, su cui pende un decreto di espulsione e  attualmente al Cpr di Caltanissetta. Ci sono collettivi studenteschi e universitari e gruppi politici come Potere al Popolo e Cambiare Rotta, ma anche un gruppo di amministratori della Val di Susa. Ad aprire il cammino uno striscione con la scritta “Avere vent’anni, avere sogni grandi”

Due sere di scontri

Sul territorio sono attesi controlli e presidi da parte delle forze dell’ordine dopo i blitz di ieri notte al cantiere di Chiomonte. Qui un centinaio di attivisti, aggirando le ordinanze comunali che vietavano l’accesso tramite i sentieri boschivi, sono arrivati alla recinzione e hanno lanciato petardi, sassi e bulloni all’interno dove era presente la polizia in tenuta antisommossa. La sera precedente, sabato 6 dicembre, un gruppo ha raggiunto il cantiere di San Didero, dove si è tenuta un’azione dimostrativa. 

Azioni che, secondo esponenti del centrodestra, hanno in testa sempre il centro sociale Askatasuna di Corso Regina Margherita 47: "Operano come milizie organizzate, addestrate alla violenza e alla distruzione - commentano i forzisti Roberto Rosso e Marco Fontana. E poi l'affondo al sindaco di Torino dopo le polemiche degli ultimi sul patto tra Aska e comune a seguito dell'assalto alla redazione de La Stampa: "Lo Russo mantiene un’ambiguità che di fatto li legittima, con ammiccamenti e pericolosi silenzi".

Intanto il corteo si è chiuso al presidio di San Giuliano, una frazione del comune di Susa intorno alle ore 17,30.