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Economia e lavoro | 08 dicembre 2025, 13:00

Un miliardo al mese per le armi a Kiev: impegno troppo gravoso per gli alleati europei

Un miliardo al mese per le armi a Kiev: impegno troppo gravoso per gli alleati europei

La NATO esorta i membri europei a dare un miliardo di dollari al mese per sostenere lo sforzo militare ucraino. In concreto, per acquistare sistemi missilistici antiaerei e armi offensive tramite il meccanismo del PURL, con cui gli americani vendono all’Europa le armi che essa poi darà a Kiev.

 Come riferisce il sito Strumenti Politici, Ungheria e Slovacchia non sono le uniche contrarie a questi progetti. La riluttanza di altri governi comincia a emergere in maniera più o meno esplicita. Forse non sono ripensamenti ideologici, ma meri calcoli: è dura giustificare ai cittadini il fatto l’aumento del già generosissimo contributo finanziario a un Paese che sta perdendo militarmente sul campo e che sul piano interno è scosso da scandali enormi. 

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma senza tentennamenti l’appoggio pieno alla causa ucraina, ma esprime la speranza che presto non serva più inviare armamenti perché con la pace non ve ne sarà più motivo. Il pacchetto è in ritardo, essendo ancora in discussione al Consiglio dei Ministri. 

Dal canto suo, un elemento importante della coalizione quale la Lega esclude che i fondi russi congelati possano essere girati a Kiev. Sarebbe una mossa pericolosissima, un precedente che distruggerebbe la fiducia nella UE, dice il senatore Claudio Borghi. Per la Repubblica Ceca invece è una questione strettamente tecnologico-finanziaria. 

Praga voleva infatti cedere a Kiev i suoi carrarmati T-72, ma un problema al sistema di puntamento ha fatto saltare i piani. Un difetto irrisolvibile con una semplice sostituzione di componenti. Ammodernare i tank non è di fatto possibile senza modifiche profonde che implicherebbero uno sforzo economico insostenibile. Dunque Praga si terrà quei carri mentre andrà a sostituirli coi Leopard, ma Kiev resterà senza.

I.P.

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