Scuola e formazione - 09 dicembre 2025, 13:18

Erc Consolidator Grants 2025, 3,7 milioni di euro per i prossimi 5 anni a due ricercatori di UniTo

Tra i 349 progetti selezionati, su 3.121 proposte, ci sono quelli di Giuliano Mori (Dipartimento di Studi Umanistici) e Nir Shafir (Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne)

Fondi per due ricercatori dell'Università degli Studi di Torino

Lo European Research Council (ERC), l’organismo dell’Unione Europea che finanzia ricercatrici e ricercatori di eccellenza di qualsiasi età e nazionalità che intendono svolgere attività di ricerca negli Stati membri dell’UE o nei Paesi associati, ha pubblicato la lista dei progetti vincitori dei Consolidator Grant, riservato a singoli studiosi che vantano tra i 7 e i 12 anni di esperienza maturata dopo il conseguimento del dottorato.

I Consolidator Grant garantiscono un finanziamento fino a 2 milioni di euro per 5 anni. Tra i 349 progetti selezionati, su 3.121 proposte, figurano quelli di due ricercatori dell’Università di Torino: Giuliano Mori (Dipartimento di Studi Umanistici) e Nir Shafir (Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne). Sale così a 34 il numero di ERC Grant vinti nella storia da ricercatori e ricercatrici dell'Università di Torino, di cui 21 finanziati da Horizon Europe così suddivisi per le seguenti categorie: 8 Starting, 7 Consolidator, 2 Advanced, 2 Synergy e 2 PoC.

Con il progetto HumanLaw, finanziato con 1,8 milioni di euro, Giuliano Mori indagherà il rapporto tra giuristi e umanisti tra il XIV e il XVI secolo, due gruppi professionali che la storiografia ha a lungo considerato separati o in conflitto. Il progetto mostra invece come tra loro esistesse una fitta rete di scambi sociali e intellettuali. Attraverso metodi storici, filosofici, filologici, giuridici e digitali, HumanLaw analizzerà testi poco conosciuti scritti da giuristi rinascimentali — non solo opere legali, ma anche riflessioni filosofiche, discorsi, osservazioni linguistiche e poesie — e userà strumenti quantitativi per rintracciare influenze umanistiche nella cultura giuridica. Lo studio rivelerà come i dibattiti giuridici dell’epoca abbiano contribuito a formare idee chiave dell’umanesimo, come virtù, conoscenza, politica e verità, e come queste abbiano influenzato lo sviluppo della scienza moderna, dei diritti universali e del pensiero illuminista. Il progetto ha l’obiettivo di ridefinire il ruolo del diritto nella storia culturale del Rinascimento e aprire nuove prospettive di ricerca nelle discipline umanistiche.

“Questo finanziamento consentirà di superare una serie di barriere disciplinari, intellettuali, metodologiche e logistiche che hanno a lungo offuscato la nostra comprensione del trascurato rapporto tra scienza giuridica medievale e cultura umanistica, nonché delle modalità attraverso cui tale rapporto ha inciso sul successivo sviluppo di concetti destinati a mantenere una perdurante rilevanza: dalla nozione di verità scientifica a quella di virtù politica, dal concetto di diritti umani a quello di giustizia equa” dichiara Giuliano Mori.

Il progetto di Nir Shafir, finanziato con 1,9 milioni di euro e intitolato OttoManuEconomies, si propone di ricostruire l’economia del libro ottomano tra il 1550 e il 1750, collegando inventari legati alle successioni, registri di donazioni, manoscritti e fonti narrative. Nel primo periodo moderno dell’Impero ottomano, quasi tutti i libri venivano ancora copiati a mano, nonostante fossero ben note le tecniche di stampa diffuse in Europa e tra le comunità non musulmane dell’impero. Per secoli gli studiosi si sono chiesti perché la stampa non si sia affermata e i manoscritti siano invece rimasti dominanti. OttoManuEconomies ribalta la domanda: non perché sia fallita la stampa, ma perché abbia avuto successo il manoscritto. Il progetto di ricerca sostiene che la tecnologia del manoscritto prosperò soprattutto per la convenienza economica, più che per ostacoli culturali o sociali alla stampa. Lo studio include anche le pratiche librarie di ebrei e cristiani, offrendo un quadro completo del mondo del libro ottomano.

“Il progetto OttoManuEconomies nasce per rispondere a una domanda che incuriosisce gli studiosi fin dal Seicento: perché la stampa non si diffuse ampiamente nell’Impero ottomano fino alla fine dell’Ottocento? Le spiegazioni tradizionali hanno puntato il dito contro presunti ostacoli culturali, come l’opposizione religiosa o la resistenza degli scribi, ma le prove a sostegno di queste tesi sono scarse. Il progetto propone invece una risposta economica: copiare i libri a mano era spesso più conveniente, mentre stampare era troppo costoso e complicato. Questo approccio promette di offrire una nuova visione della storia del libro nel mondo islamico e di chiarire come si sviluppò l’economia del Medio Oriente in età moderna", spiega Nir Shafir.

I due finanziamenti confermano il trend positivo degli ultimi anni ottenuto grazie a BRAIN UniTo, il programma - coordinato dall’Area Promozione Ricerca e Innovazione, in sinergia con il gruppo di Research Manager delle Aree Ricerca e Innovazione di Polo della Direzione Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione dell’Università di Torino - che dal 2022 coltiva e attrae i migliori talenti della ricerca puntando sull’eccellenza come fattore chiave per potenziare la capacità dell’Ateneo di produrre conoscenza ad alto impatto, generando cambiamento economico, sociale e culturale.

comunicato stampa