Cronaca - 18 dicembre 2025, 10:07

Via Genova, 4 anni dopo la tragedia della gru: “Non si deve morire così”. Ma i parenti non ci sono

Cerimonia per commemorare Filippo Falotico, Roberto Peretto e Marco Pozzetti, morti per la gru crollata nel 2021. Le famiglie: “Durante le udienze sembra quasi sia stata colpa loro”

“Ho sentito il rumore, me lo ricordo benissimo. E la sera prima tornando a casa ho visto la gru montata e ho sentito una brutta sensazione al petto. Passo qui davanti tutte le mattine e penso che non si deve morire così”. Una signora bionda  di fa il segno della croce e in poche parole sintetizza il sentimento che tanti provano, ancora oggi, transitando in via Genova. Il luogo dove il 18 dicembre 2021 una gru si schiantò a terra per una tragedia che ha segnato Torino.

Un passato che non passa

Filippo Falotico, Roberto Peretto e Marco Pozzetti. Quattro anni dopo, i loro nomi continuano a risuonare in questo tratto di Nizza Millefonti. La casa di fronte, oggi, ha visto rimarginata la ferita che per anni ha segnato la sua facciata: il balcone è stato ricostruito, ma il ricordo non passa.

I parenti non ci sono: “Non c’è più nulla da dire”

Non ci sono i parenti delle vittime, quest’anno. “Non ce la sentiamo proprio di essere presenti, non c’è più nulla da dire. È stato un lungo anno, le udienze ci hanno provato davvero tanto. Ascoltare le varie testimonianze e le svariate teorie sull'accaduto stanno quasi facendo dubitare che sono morti per colpa di loro stessi e questo anche se gli avvocati fanno il loro dovere fa veramente male. Restiamo in silenzio nel nostro dolore che purtroppo non passa”.

Quartiere martoriato

“Ricordiamo una tragedia che mai potevamo immaginare potesse accadere. Oggi, come ogni anno, Istituzioni locali, sindacati, cittadini rendono omaggio alle vittime della Gru e ai propri famigliari e non solo - dice Massimiliano Miano, presidente della Circoscrizione 8 -. Come non ricordare, sempre qui nel nostro quartiere, in via Genova, l'8 settembre scorso, l'operaio caduto dal cestello della gru mentre posizionava un manifesto pubblicitario. E ancora, il 18 ottobre, l'operaio 42 enne vittima di un incidente mortale presso il cantiere della costruenda biblioteca Civica a Torino Esposizioni”. “Le morti sul lavoro sono una piaga del nostro Paese: 63 vittime in Piemonte nel solo anno che sta per concludersi, rispetto alle 54 dello scorso anno - aggiunge -. Siamo qui per non dimenticare, rinnovando l'appello alle istituzioni governative affinché vengano rafforzati gli interventi di prevenzione, vigilanza, formazione e sicurezza negli appalti pubblici. Siamo qui per ricordare che il lavoro è un mezzo per vivere e non per morire”.

Sindacati: “Lavoro stabile, ma anche sicuro”

“Ricordiamo tre amici e portiamo il nostro cordoglio, ma anche la richiesta per rinforzare la diffusione della cultura della sicurezza, a cominciare dalle scuole - dicono i rappresentanti sindacali di Fillea Cgil, Filca FiCisl e Feneal Uil -. I numeri non accennano a diminuire: i nostri ragazzi meritano un lavoro stabile, dignitoso e soprattutto sicuro. Avere morti nei cantieri non è più una cosa immaginabile”.

“La piaga degli incidenti sul lavoro è una piaga di cui le istituzioni dovrebbero occuparsi di più e meglio - dice la consigliera regionale di Avs, Valentina Cera -. La cultura della sicurezza deve diventare una costante, soprattutto per i cantieri pubblici. È inaccettabile che si muoia in questo modo: dobbiamo fare in modo che lo sgomento che segue il lutto non debba più essere provato. C’è da fare di più: la sicurezza non è un costo, ma la condizione necessaria per poter lavorare”.

“È importante fare i controlli, ma anche la formazione - dice la consigliera Dem, Monica Canalis -. Pensiamo quanto può esserlo per persone che arrivano da altri Paesi, che magari non parlano la nostra lingua e che finiscono in settori come edilizia, logistica e agricoltura”.