Un trapianto è una corsa contro il tempo con un duplice obiettivo: salvare la vita di chi aspetta un organo e rispettare il dono enorme di chi ha consentito il prelievo. Ogni minuto è decisivo. Uno per tutti, il cuore può restare fuori dal corpo umano solo per un tempo molto limitato, non più di quattro ore: oltre diventa inutilizzabile.
In Piemonte e Valle d’Aosta la rete dei trapianti - riconosciuta come una delle eccellenze nazionali - è coordinata dal professor Renato Romagnoli per i Trapianti e dalla dottoressa Anna Guermani per le donazioni e i prelievi.
La lotta contro il meteo
Questa complessità organizzativa si traduce spesso in operazioni che devono essere gestite in poche ore, affrontando imprevisti continui. Un esempio emblematico arriva da una notte, quella tra il 19 e il 20 dicembre, segnata da continui cambi di piano.
Nella stessa serata, a poche ore di distanza, arrivano due richieste dal Centro Regionale Trapianti: bisogna trasportare un’equipe di prelievo al Policlinico di Bari per il prelievo di un fegato e, poco dopo, alle 20.13, arriva una seconda richiesta per il trasporto di un’equipe chirurgica per un secondo prelievo di fegato, all’ospedale di Macerata. La Centrale Operativa del 118 si attiva immediatamente, in contatto costante con il Centro Regionale Trapianti. Vengono richieste la disponibilità degli aerei, in attesa a Caselle, e degli autisti che accompagneranno le équipe in aeroporto.
La nebbia diventa il nemico principale di una notte complessa. A Bari non è possibile atterrare prima delle 9 del mattino, così l’aereo che doveva partire alle 6 viene posticipato di due ore e decolla alle 8 da Caselle. Anche dall’aeroporto di Ancona arriva la comunicazione che non è possibile atterrare per la fitta nebbia: l’equipe e l’aereo vengono dirottati su Perugia, dove però non sarà possibile atterrare prima delle 7 del mattino.
Il medico di centrale raccoglie le informazioni, comunica le criticità al Centro Trapianti e si decide di posticipare l’apertura della sala operatoria. L’equipe che doveva partire alle 2 di notte attende fino alle 6 del mattino. Alle 6.30 arriva, però, la notizia che anche l’aeroporto di Perugia è avvolto dalla nebbia e non è possibile atterrare. Nel frattempo le condizioni meteo migliorano ad Ancona e l’aereo con l’equipe di prelievo può atterrare lì. Sono ore concitate, fatte di cambi continui, ma alla fine tutto funziona e gli organi arrivano a destinazione.
La gestione della logistica
Il numero di mezzi coinvolto nella gestione di un trapianto racconta bene la complessità dell’operazione. Per un trapianto di cuore, polmoni e fegato da un donatore che si trovi già nella regione, servono almeno due auto, che siano quelle messe a disposizione dalla Città della Salute o quelle dei servizi in convenzione 118. A volte gli organi si trovano fuori regione e allora occorre organizzare il trasporto dell’equipe per il prelievo con rientro alle Molinette. Se il prelievo coinvolge i tessuti occorrono almeno altri due mezzi per trasportare un’ equipe medica molto numerosa con il materiale necessario. Capita in qualche caso che il paziente in lista per un trapianto in Piemonte risieda in regioni anche molto distanti e allora è necessario organizzare anche il suo trasporto in emergenza. Sempre più frequentemente la logistica richiede di coordinare mezzi e trasporti anche fuori dall’Italia. Si usano auto quando possibile (per tratte fuori regione non superiori ai 250 chilometri), aerei di aviazione generale in convenzione e, quando possibile, gli elicotteri del Servizio Regionale di elisoccorso. La centrale Operativa del 118 coordina la logistica di questi spostamenti: in contatto con il Centro regionale trapianti, cerca i mezzi disponibili, coordina gli orari per fare in modo che l’equipe di prelievo arrivi in tempo, che il paziente da trapiantare sia in sala al momento giusto e il trasporto dell’organo e dei medici avvenga nel minor tempo possibile.
Sono operazioni che iniziano quasi sempre di notte, tra le 20 e le 23. La parte più delicata del lavoro è la capacità di gestire l’imprevedibile. Un trapianto mette in movimento una catena che deve funzionare senza ritardi, ma condizioni meteo avverse, nebbia sugli scali, problemi tecnici negli aeroporti o limitazioni operative possono modificare il piano in qualsiasi momento.
La Centrale del 118 e il Centro Regionale Trapianti valutano tutte le alternative disponibili e intervengono in pochi minuti per modificare la sequenza dei trasporti. Il 50% delle attività in regione si svolgono su gomma, i voli privati vengono attivati quando servono, calibrati sui tempi del trapianto e non su orari prestabiliti, gli elicotteri sono l’ideale perché possono atterrare anche sulle elisuperfici degli ospedali ma, rispetto agli aerei, la loro autonomia è limitata il loro uso deve interferire il meno possibile con l’operatività quotidiana dell’emergenza. Il medico di centrale mantiene il controllo su tutti questi spostamenti, coordina al secondo l’arrivo dei mezzi per garantire all’equipe il tempo massimo di lavoro in sala operatoria.