Dazi, sfide internazionali, competizione, ma pure nuovi scenari che si vanno a delineare (anche) con la nuova postura dell'Unione Europea nei confronti del settore automotive. Sono solo alcuni degli aspetti che il presidente dell'Unione Industriali di Torino, Marco Gay, ha voluto prendere in considerazione nella lettera di fine anno che ha spedito in queste ore a tutti gli associati. "Ci lasciamo alle spalle un anno complesso, denso di cambiamenti e sfide per tutti noi, come cittadine e cittadini e come imprenditrici ed imprenditori": così comincia il documento firmato da Gay. Che riconosce subito come l’Unione Europea abbia "delineato una nuova agenda per il 2026. I provvedimenti Omnibus che verranno approvati nel corso dei prossimi mesi confermano la volontà di disegnare un’Europa meno burocratica e farraginosa, che supporti l’innovazione e la competitività del tessuto produttivo". Un anno che, a livello di sigla datoriale, a luglio (il 19) porterà al traguardo dei 120 anni dell'Unione.
Automotive, "Da Ue proposte timide, ma sono un primo passo"
Riflettori accesi proprio sul futuro dell'auto. "Le proposte per il pacchetto automotive - seppur ancora timide nelle ambizioni e complesse nella loro articolazione - rappresentano un primo passo verso la definizione di politiche più lungimiranti, che coniughino innovazione e sostenibilità, sempre nel rispetto di quel principio di neutralità tecnologica che abbiamo sempre sostenuto con forza.
Il nostro auspicio è che l’Unione Europea ritrovi unità, forza e centralità nello scacchiere globale rafforzando la sua sicurezza, economica e territoriale, attraverso investimenti non solo nel campo della difesa, ma soprattutto nel settore dell’innovazione digitale e tecnologica. È una scelta obbligata se vogliamo garantire la competitività del tessuto produttivo europeo e la protezione del nostro sistema democratico".
Pnrr, Pil e Legge di bilancio
Nella sua lettera, Gay parla anche di attualità legata a Pnrr e Prodotto interno lordo: "Nel 2026 il PIL non crescerà oltre lo 0,7%, stando alle ultime previsioni. Un dato più basso della media europea e, soprattutto, non in linea con le nostre capacità e potenzialità. Registriamo livelli di produttività troppo bassi, condizionati dal costo dell’energia, da un’insufficiente adozione delle nuove tecnologie e da una limitata dimensione di impresa". Ma anche di Legge di Bilancio, una legge "incentrata sulla prudenza. Il Governo ha delineato una politica economica volta a rispettare i vincoli europei, per rassicurare i mercati e garantire la sostenibilità dei conti pubblici, con effetti positivi sulla dinamica degli interessi. Tuttavia, le risorse a supporto della competitività delle imprese sono indubbiamente inferiori alle nostre aspettative, così come temiamo che alcune misure generino complessità in fase di attuazione".
Non mancano però note positive. "Registriamo con favore la reintroduzione dell’iper ammortamento con il nuovo piano Transizione 4.0 che avrà una durata maggiore e prevederà una semplificazione delle procedure di utilizzo. Ora la sfida dovrà essere la velocità dei decreti attuativi, per chiarirne i profili e rendere questo strumento di politica industriale disponibile, accessibile ed efficace sin dal mese di gennaio".
Torino e la sua identità
E se gli industriali torinesi chiedono con forza politiche chiare e stabili ("per dare certezza e fiducia alle imprese"), il pensiero va anche al territorio e alla sua identità, che da sempre fa rima con industria. "In questo anno, abbiamo mostrato l’orgoglio e la determinazione di rendere onore alla nostra storia e al nostro DNA industriale, affermando la nostra leadership in tanti segmenti produttivi. La contrazione del settore automotive, motore di Torino per decenni, ha imposto un’accelerazione nei percorsi di trasformazione industriale che non ci ha spaventato. Oggi è fondamentale sostenere le imprese che possono diversificare verso settori a maggiore valore aggiunto. Nella robotica, nella nuova mobilità e nella logistica, nell’ICT e nell’energia sostenibile, solo per citarne alcuni, abbiamo prospettive di crescita significative che possiamo consolidare".
E Gay garantisce che "l’Unione Industriali continuerà ad essere al fianco di tutti noi per fare in modo che questa trasformazione sia accessibile a tutto il sistema produttivo, accompagnando soprattutto le piccole e medie imprese nell’adozione delle tecnologie e nello sviluppo delle competenze necessarie. La crescita dimensionale delle imprese è un tema centrale. Per investire, innovare, attrarre capitali e trattenere talenti servono strutture adeguate e una visione di medio-lungo periodo. Favorire percorsi di rafforzamento patrimoniale, managerializzazione e aggregazione, nonché favorire i passaggi generazionali, significa costruire imprese più solide e resilienti, capaci di competere sui mercati internazionali e di generare occupazione qualificata. È in questa cornice che abbiamo dato il via al progetto “Destinazione crescita”, che vogliamo sia un riferimento per le imprese, per aiutarle a individuare opportunità e prospettive di espansione all’interno delle filiere".
Torino e i giovani
Il futuro, però, fa anche rima con nuoe generazioni. "I nostri giovani sono il nostro presente e il nostro futuro e a Torino sono molto ben rappresentati dalla città universitaria che vale oltre 130mila studenti - dice Gay -: è nostro compito creare le condizioni affinché possano trovare qui occasioni concrete per realizzare i loro progetti, investendo su creatività, talento e spirito imprenditoriale. Per i nostri lavoratori, sarà determinante rafforzare tutte le iniziative per la formazione continua e introdurre politiche attive adeguate, così da consentire loro di conservare qualificazioni e opportunità occupazionali".
Torino e il futuro
Infine, guardando al nuovo anno, secondo il presidente dell'Unione Industriali sono tante le sfide che aspettano la città nel suo insieme: "Il 2026 deve segnare un’accelerazione nei progetti che disegneranno la Torino del futuro: parco della salute, città dell’aerospazio, cittadella universitaria, restyling di Torino Esposizioni, sono alcuni dei cantieri su cui dobbiamo insistere ed a cui non dobbiamo far mancare il nostro impegno per rendere la nostra città più dinamica, moderna e attrattiva. Un luogo di crescita e innovazione dove l’intelligenza industriale possa continuare a evolvere ed esprimersi al suo massimo potenziale, contaminando e contagiando il resto del Paese".