Economia e lavoro - 11 gennaio 2018, 07:13

La carica delle imprese giovani: 7 su 10 sopravvivono ai primi 3 anni e tanti "riscoprono" la terra

Nel biennio 2014-2016 sono state avviate oltre 10mila ditte individuali con titolare under35, ma in provincia di Torino il tasso di crescita è più lento e la sopravvivenza più bassa rispetto al Piemonte

Potremmo chiamarla la carica dei diecimila. Tante infatti (anzi, anche qualcuna di più) sono le imprese giovanili nate in Piemonte nel biennio 2014-2016.
Il numero di iscrizioni, in quest'arco di tempo, ha visto le ditte individuali con titolare sotto i 35 anni passare da 2.800 a 4.300, con una crescita del 54,7%.
Lo dice la ricerca promossa da Regione e Conferenza Episcopale Piemontese, coordinata da Mauro Zangola.

Ma quel che colpisce di più è la capacità di sopravvivenza, spesso un tallone d'achille delle cosiddette "start up" che non riescono a tradurre nel medio periodo la loro idea di business in un'attività stabile. Delle 2800 nate nel 2014, oltre 7 su 10 sono ancora operative.

Contrariamente a quanto si può pensare, poi, in questo fenomeno Torino si dimostra il territorio meno "adatto" alla nascita di nuove aziende giovani: rispetto alla media regionale, infatti, la crescita delle imprese giovanili è stata più lenta, per quanto importante (+21,2%) e il tasso di sopravvivenza più basso (+63,8%).

Interessante, infine, la "riscoperta" dei lavori antichi legati alla terra e poi abbandonati in tempi di industrializzazione e terziarizzazione. Tra le tipologie di azienda più dinamiche a livello giovanile, infatti, la prima piazza spetta alla coltivazione dell'uva (e dunque la filiera del vino) con un +916% dal 2014 al 2016. Quindi - dopo le attività sportive (e quindi le palestre) - ecco la coltivazione di frutta e ortaggi (+551%), l'allevamento di bovini (+485%), le coltivazioni agricole associate all'allevamento di animali (+350%), l'apicoltura (+160%) e l'allevamento di animali (+47%).
Vivaci, anche se "fuori tema" anche le aziende che si dedicano ai lavori sartoriali (+220%), all'e-commerce (+107%) e alla ristorazione, compresi pizze e kebab (+59%).

Massimiliano Sciullo