Economia e lavoro - 22 gennaio 2018, 14:08

Giovani e mondo del lavoro: studiare molto serve a trovare un posto?

Lo studio effettuato da Regione e Conferenza Episcopale piemontese dice che quasi un'occasione di impiego su due richiede una qualificazione "media"

Studiare molto aiuta automaticamente i giovani a trovare un lavoro? Dai numeri sembrerebbe di no: o meglio, studiare serve, ma senza arrivare a vette d'eccellenza.
Certo, il convitato di pietra di questo ragionamento è poi la soddisfazione da parte del giovane per l'impiego trovato. Ma intanto, la ricerca promossa da Regione Piemonte, Conferenza episcopale Piemontese e coordinata da Mauro Zangola mostra come per il 46,2% delle occasioni di impiego per i giovani piemontesi - nel biennio 2015-2016 - è stata sufficiente una qualificazione professionale "media".

Per il 31% delle occasioni è stata sufficiente una preparazione "bassa", mentre per il restante 22.8% è servita una preparazione "alta".

Per quanto riguarda una media qualificazione, le prime cinque professioni richieste sono quelle di commessi addetti alle vendite, camerieri, addetti alla segreteria e contabilità, operai specializzati e cuochi.

Le figure più richieste con una bassa qualificazione sono state quelle di braccianti agricoli, fattorini e addetti consegna merci, operai generici, operai conduzione macchinari e addetti ai servizi di pulizia.

Le figure più richieste per chi ha un'alta qualificazione sono state quelle da docente per le scuole elementari o medie, operatori commerciali in alberghi, ristoranti e bar, docenti di scuola secondaria superiore, tecnici industriali informatici e programmatori.

 

Massimiliano Sciullo