Da qualche anno, in Europa, c’è un artista tedesco, di nome Gunter Demnig, che attraversa le città per installare piccole targhette di ottone che riportano nomi e date. Si tratta delle “Stolpersteine”, o “Pietre d’inciampo”, che vengono posizionate di fronte alle case un tempo abitate da persone deportate durante la Seconda guerra mondiale. Si incontrano nelle principali città europee – Berlino soprattutto – e dal 2015 anche a Torino.
Quest’anno, all’ombra della Mole, ne saranno installate altre 8, portando quindi il numero complessivo di pietre presenti in città a quota 93. Ogni anno, poco prima del Giorno della Memoria, il Museo Diffuso della Resistenza promuove infatti la posa di nuove pietre. Non è inusuale, ora, imbattersi in queste targhette tra il centro di Torino e alcune vie più decentrate.
I nuovi interventi, realizzati personalmente da Demnig, si svolgeranno il 18 gennaio a partire dalle 9, quando, in via Parma 24, l’artista posizionerà una “Stolpersteine” in memoria di Franco Gallina. Nato a San Germano Vercellese, poi chiamato alle armi durante il conflitto, Gallina è uno dei pochi sopravvissuti al campo di Bitterfeld, dove fu deportato dopo un rastrellamento avvenuto nel 1944. Tornato in Italia, ricevette la qualifica di civile reduce della deportazione e dell’internamento.
Le pose, poi, proseguiranno in via Stampatori (Emanuele Balbo Bertone di Breme), corso Vittorio Emanuele II (Umberto Nizza), via Principe Tommaso (Moisé Adolfo Cremisi) e via Giuseppe Mazzini, con una pietra dedicata a Remo Obbermito, che il 27 gennaio 2014 fu insignito della Medaglia d’Onore alla memoria dalla Prefettura di Torino. Le pose, quindi, si concluderanno con corso Fiume (Teodoro Sacerdote e la moglie Rosetta Fubini) e corso Spezia (Giovanni Bini).