Economia e lavoro - 11 luglio 2018, 12:00

La confusione politica frena l'economia: il Piemonte che va in ferie si scopre pessimista. Confindustria boccia il decreto dignità: "Un sassolino in una scarpa"

Il terzo trimestre conserva numeri positivi, ma in calo rispetto al passato. Tiene bene l'export

I dazi di Trump, che hanno superato anche il periodo "elettorale" e l'attesa per l'orientamento del nuovo governo Lega-5 Stelle. Sono le incertezze fuori dalla finestra che fanno riscorprire un Piemonte timoroso. O quantomeno prudente.

E il risultato si vede nelle cifre che riassumono le previsioni per il terzo trimestre dell'anno, stilate da Confindustria Piemonte e da Unioncamere insieme a Intesa Sanpaolo e Unicredit. I numeri restano positivi, ma in flessione rispetto al passato. Fanno eccezione solo Asti, in ripresa e il Canavese (addirittura a +7%).

Tengono le esportazioni, mentre le aziende sono meno ottimiste su produzione, ordinativi e livelli occupazionali. Scende però la previsione di uso degli ammortizzatori sociali e risulta stabile l'utilizzo degli impianti. Cosi come i tempi di pagamento.

"Preoccupa l'atteggiamento di guerra commerciale scatenata da Trump - dice Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte - e l'Italia è un grande paese esportatore, che rischia di avere danni. La storia ci insegna però che i dazi non hanno mai funzionato e non hanno dato benefici a nessuno, nemmeno a chi li aveva stabiliti".

E ora c'è incertezza sul governo: "Col decreto dignità non si è cominciato bene. È un sassolino in una scarpa, che non aiuta nessuno ma dà fastidio. Speriamo che nelle prossime fasi l'esecutivo si possa dare una regolata. A cominciare dalla lotta alla burocrazia. Bene anche i voucher, anche se non riguarderebbero direttamente l'industria".

A livello di settori, il metalmeccanico e manifatture come la gioielleria si mostrano più ottimiste degli altri. I servizi, dal canto loro, si mostrano un maggiore espansione rispetto alla manifattura.

"Il clima - aggiunge Paolo Bertolino, segretario generale di Unioncamere - è pesantemente influenzato dalle tensioni sui mercati internazionali. Oggi più che mai è importante l'impegno di tutte le istituzioni a supporto delle realtà produttive. Misure efficaci che diano impulso al percorso di crescita".

Cresce tuttavia il credito alle aziende, come confermano sia Intesa Sanpaolo (oltre 450 milioni solo per le PMI) e Unicredit (620 milioni e +42% rispetto all'anno precedente).

Massimiliano Sciullo