Le madamine tornano in piazza e lo fanno a ridosso della dead-line per dare il via libera ai bandi del Tav. Con loro in piazza Carignano non solo l'ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino, ma anche il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino.
A livello di numeri, la marea arancione non è la stessa dello scorso novembre in piazza Castello, ma le persone sono tanto deluse dall’operato del Governo quanto agguerrite. Il possibile rinvio dei bandi non sembra cogliere impreparato Chiamparino, che rilancia: “Se non partono lunedì, si torni in Parlamento. Se il Governo non è in grado, o non vuole, realizzare l’opera più importante per l’Europa allora si pronunci il Parlamento”.
Le madamin, dal canto loro, non solo tornano in piazza ma si dichiarano pronte a tornare in piazza Castello, luogo simbolo dei Si Tav: “Il Governo dica sì alla Tav. Non vogliamo essere presi in giro con questo continuo passarsi le responsabilità. Domenica 17 marzo, alle 11:00, torneremo in piazza Castello, dove tutto è iniziato e dove anche la politica oltre ai cittadini, dovrà dire sì all’Alta Velocità”.
La manifestazione poi è la perfetta occasione per ribadire la linea filo europea del popolo arancione torinese: “Con il rinvio dei bandi perdiamo non solo soldi ma credibilità con l’Europa. Saremo il primo paese a rompere trattati internazionali. Uno zimbello” è il duro attacco di Giovanna Giordano Peretti, tra le madamine più agguerrite. Tra una manifestazione, un incontro e un “abbraccio” al primo Parlamento italiano, c’è una Torino che continua a ribadire fermamente il proprio favore alla Tav.