Attualità - 18 novembre 2019, 18:43

L’ex allenatore personale di Tomba prende a cuore il destino della Via Lattea

Giorgio D’Urbano, che ha ricevuto sabato 16 il Premio Cavallo, racconta il suo legame affettivo e professionale con Pragelato e la sua visione del futuro della montagna

«Lo sci non è solo sport, notevole è anche il potenziale turistico, lavorativo ed economico. Perciò tutti questi settori devono interagire affinché la montagna non muoia» è l’accorato appello di Giorgio D’Urbano una delle eccellenze dello sport italiano a cui è stato assegnato sabato sera il XIV Premio Cavallo: riconoscimento dell’associazione Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle d'Aosta.

Pragelatese d’adozione, preparatore atletico di molti campioni, ex direttore tecnico della Nazionale di sci femminile e allenatore personale di Alberto Tomba, D’Urbano vive da 4 anni in frazione Villardamond in un’antica casa appartenuta alla nonna della moglie.

«Il Premio Cavallo ha per me un grande valore: solo lo scorso anno è stato assegnato al cardiochirurgo Carlo Pace Napoleone, Direttore della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita: ricevere lo stesso riconoscimento assegnato l’anno precedente a un uomo che salva la vita dei bambini per me è un onore - commenta D’Urbano -. Senza contare l’importanza dei vincitori delle edizioni passate come Sergio Marchionne e il cestista Stefano Mancinelli». Salire sul palco dell’Auditorium del Santo Volto di Torino per ricevere l’onorificenza gli ha permesso inoltre di ribadire un concetto a lui caro: «Non dimentico mai le mie radici abruzzesi».

Nato nel 1958 a Chieti, la carriera l’ha portato all’esigenza di avvicinarsi all’arco alpino e in particolare Sestriere ha segnato momenti affettivi professionali importanti: «Qui è dove ho conosciuto mia moglie. Le mie prime esperienze di Coppa del Mondo le ho vissute nella Via Lattea, con Alberto Tomba ci siamo allenati per tanti anni a Sestriere e anche con la Nazionale di sci femminile».

Amore e successi, la Via Lattea per D’Urbano è stato scenario anche di forti tensioni: «Nel 1997, primo anno in cui sono diventato direttore tecnico della Nazionale femminile, Sestriere ha ospitato il mondiale di Sci, forte era quindi la pressione per dimostrare di essere all’altezza».

Ma la carriera di D’Urbano non si limita al mondo dello sci: è stato preparatore della Nazionale maschile di volley e vanta numerose esperienze nel calcio anche a livello internazionale come preparatore atletico dello Spartak Mosca.

«Fa onore a Pragelato poiché è un riconoscimento ad un suo cittadino illustre e che può portare un contributo tecnico decisivo anche per il potenziamento degli sport invernali nell’intera Via Lattea» così Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato, commenta la premiazione. Proprio sulle potenzialità della Via Lattea e sul futuro della montagna D’Urbano ha le idee chiare: «Queste zone si spopolano a causa della mancanza di lavoro e della scarsità di collegamenti ma è necessario riportare i giovani in montagna. E si può fare solo se vengono offerte attività lavorative e legato allo studio. Ben vengano quindi gli Sport College o gli Ski College affinché sia possibile per coltivare lo sport e continuare a studiare».

Elisa Rollino