Politica - 13 maggio 2020, 10:16

Lettera di un gruppo di genitori a Regione e Comune: “Chiediamo soluzioni per la scuola, subito”

Il documento, sottoscritto da quasi 400 persone, è indirizzato a Regione, Comune e Circoscrizione 7: “Preoccupante disinteresse delle istituzioni nei confronti dei più piccoli”

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la sindaca di Torino Chiara Appendino, la sua vice Sonia Schellino, il presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri ma anche gli assessori regionali Chiara Caucino ed Elena Chiorino e quelli comunali Antonietta Di Martino e Marco Giusta: sono questi i nomi a cui è indirizzata una lettera sottoscritta da quasi 400 genitori di bambine e bambini iscritti all'Istituto Comprensivo Ricasoli di Torino, attivo nei quartieri Vanchiglia e Vanchiglietta, per chiedere misure urgenti per la scuola.

Alle istituzioni viene rimproverato un eccessivo immobilismo: “A fronte – si legge nel documento - dell’impegno delle famiglie e delle insegnanti, abbiamo amaramente constatato un preoccupante disinteresse delle istituzioni nei confronti dei più piccoli, scomparsi dall’agenda politica e dimenticati dai discorsi pubblici del Governo. Bambine e bambini sono chiuse in casa da ormai due mesi, e ora ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non abbiamo una prospettiva certa di rientro a scuola, alla socialità e ad una qualche forma di normalità”.

Le motivazioni profonde che hanno portato alla redazione della lettera sono illustrate da Sara, una delle mamme firmatarie: “Le problematiche - spiega – sono comuni a molte famiglie: con il lockdown, molti di noi si sono ritrovati senza lavoro o trasformati in tuttofare a causa dello smart working. Tutto questo non ha fatto che alzare il livello di tensione, con i bambini chiusi in casa e isolati rispetto al gruppo dei pari; questa situazione è particolarmente evidente su chi frequenta le elementari e che, a differenza degli adolescenti, non si approccia allo studio in modo autonomo”.

Uno degli altri punti “caldi” è quello della didattica a distanza, considerata tutt'altro che “democratica”: “Per quanto i maestri - prosegue Sara – si siano attivati, questa modalità resta limitata e non sufficiente a portare avanti un progetto didattico che vede nelle relazioni con compagni e insegnanti un elemento fondamentale. Questo aspetto, inoltre, contribuisce a mettere in difficoltà chi continua a lavorare fuori casa, oltre ad accrescere lo svantaggio socio-economico con le famiglie che, ad esempio, non hanno pieno accesso alle tecnologie”.

Nella sua conclusione, la lettera chiede prima dell'estate soluzioni per tutti gli alunni, un tavolo di discussione e programmazione con i genitori stessi, il coinvolgimento di figure professionali in grado di “accogliere e sostenere il disagio vissuto in questi mesi” per scuole e centri estivi, la riapertura in sicurezza degli spazi interni ed esterni a settembre e una più generale “ripartenza” dai bisogni e dalle necessità delle bambine e dei bambini.

Marco Berton