Economia e lavoro - 08 giugno 2020, 16:42

Cnh di San Mauro: accordo sulla cassa, dal 22 giugno il via alla riconversione dello stabilimento

Dalla produzione di escavatori passerà al ruolo di polo logistico 4.0: interessati circa 300 lavoratori per 16 mesi. Paone (Uilm): "Accordo che non lascia indietro nessuno". Lazzi (Fiom): "Però il territorio si impoverisce ulteriormente"

Sedici mesi di cassa integrazione. Quasi un anno e mezzo (16 mesi). E quasi trecento lavoratori coinvolti. In questo caso, però, il Covid non c'entra nulla, o meglio: è solo un elemento accessorio. Si tratta infatti della situazione della CNH di San Mauro Torinese, già da tempo sotto i riflettori di istituzioni e sindacati alla luce dei nuovi piani che sembrano interessare il marchio nel suo insieme e in particolare la sua presenza sul territorio torinese.

Movimenti e procedure che si erano già manifestate con mesi di anticipo rispetto all'avvento del Coronavirus e che ora, confidando in una frenata costante della pandemia, procedono ulteriormente: è stato infatti siglato in queste ore l’accordo per la cassa integrazione straordinaria che sarà funzionale alla riorganizzazione dello stabilimento, a partire dal prossimo 22 giugno e che di fatto ratifica l’intesa del marzo scorso raggiunta a livello nazionale. Le attività dello stabilimento si esauriranno entro agosto, dopodiché inizierà la riconversione del sito, che in precedenza produceva escavatori, in un polo logistico 4.0.

Ma gli interventi non riguarderanno soltanto lo stabilimento. L’intesa tra azienda e sindacati prevede infatti anche un percorso formativo che inizierà nel prossimo mese di febbraio (il 2021). Nel frattempo, su base volontaria e a seconda dell’andamento del mercato, i lavoratori potranno andare in distacco presso altri stabilimenti del gruppo. Su questo, l’accordo prevede una “corsia preferenziale” per le lavoratrici e i lavoratori monoreddito.

Sul tavolo, anche una soluzione per i 60 esuberi dichiarati dall’azienda nel sito torinese, che saranno gestiti attraverso percorsi di ricollocazione all’interno del gruppo o di accompagnamento verso la pensione. Ogni due mesi, infine, l'azienda e le rappresentanze dei lavoratori effettueranno delle verifiche per fare il punto sull'andamento della situazione. "È un buon accordo, che garantisce l’occupazione di tutti i lavoratori senza lasciare indietro nessuno", commenta Luigi Paone, segretario della Uilm di Torino. "Sarà nostro compito - aggiunge Sergio Di Ruzza, responsabile Cnh per la Uilm torinese - vigilare affinché il percorso di riorganizzazione venga portato a termine nei tempi e con le modalità previste”.

«La Fiom Cgil di Torino rimane contraria alla decisione di dismettere le produzioni di mezzi per il movimento terra assemblati a San Mauro in quanto rappresenta un ulteriore impoverimento delle attività produttive del nostro territorio già martoriato da una profonda e lunga crisi industriale - commentano invece Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino e Luca Pettigiani, responsabile della CNH per la FIOM CGIL -. Tuttavia vigileremo affinché vi sia una corretta gestione della cassa integrazione tra i lavoratori e che alla fine del processo tutti abbiano trovato una soluzione positiva. Rimane il fatto che, anche alla luce dell’emergenza Covid 19, che comunque avrà degli effetti negativi sull’economia torinese, sarà necessario avere un’idea complessiva su come rilanciare il nostro territorio, ripartendo dalla vertenza Torino e da quelle proposte che oggi, ancor di più, sono determinanti per trovare soluzioni per i lavoratori". 

Massimiliano Sciullo