Attualità - 17 aprile 2021, 06:30

Covid -19: l'inquinamento da mascherine nell'ultimo lavoro del Banksy torinese

Affissi in via Amerigo Vespucci i tre manifesti, realizzati con tessuto che assorbe l'inquinamento

Affissi in via Amerigo Vespucci i tre manifesti

L’inquinamento causato dalle mascherine contro il Covid-19: è questo il tema al centro di #maskpollution, l’ultimo lavoro del Banksy torinese. Andrea Villa ha realizzato, in collaborazione con fondazione AcquaFoundation di Milano, diverse pannelli che invitano a riflettere su un problema “bistrattato e poco preso in considerazione”.

Sui tre manifesti affissi ieri pomeriggio, in via Amerigo Vespucci n.9 a Torino, si vede una mascherina piegata a forma di bara: sempre la stessa, nell’immagine successiva, è stretta attorno al collo di una tartaruga. Nell’ultima opera il dispositivo è stato trasformato in un campo da calcio, accompagnato dalla  scritta: ”Più di 32.500.000 mq di mascherine buttate equivalgono a più di 4.500 campi da calcio”.

L”’Ispra – spiega Villa - ha stimato, per tutto il 2020, tra 160mila e 440mila tonnellate di dispositivi anti Covid-19 da trattare come spazzatura indifferenziata. Se solo l’1% delle mascherine utilizzate in un mese, venisse smaltito in maniera non corretta, si avrebbero 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente”.

L’artista aggiunge poi che ci sono dispostivi “biodegradabili in bioplastica, ma non vengono prodotti per problemi di costo”. I manifesti sono stati creati con il tessuto "the breath", prodotto in Italia e che assorbe l'inquinamento. Per il Banksy torinese “in questo periodo storico l' arte non può rimanere passiva, ma deve agire”.

Villa aveva dedicato l'ultimo lavoro a Liliana Segre, vittima di cyberbullismo dopo il vaccino Covid-19.

Cinzia Gatti