Dopo quasi quarant'anni di totale abbandono, per l'ex “Buon Pastore” di corso Principe Eugenio si inizia a intravedere un futuro quantomeno possibile. Lo storico edificio risalente a metà '800, che fino all'inizio degli anni '70 ospitava l'omonima Ipab, lo scorso marzo è stato acquisito all'asta (diritto di superficie e di proprietà per 99 anni, ndr) dall'impresa di costruzioni Cogefa per la realizzazione degli uffici del proprio quartier generale e di un giardino pubblico.
Deroga urbanistica e fondi per i servizi sociali
Per la realizzazione del progetto, i nuovi aggiudicatari hanno presentato domanda di deroga urbanistica per modificarne la destinazione in servizi. Il Comune di Torino, dal canto suo, ha valutato positivamente la possibilità di re-investire le risorse incamerate nell'ambito sociale: “Nella delibera specifica - spiega l'assessore competente Antonino Iaria – avevamo previsto la possibilità di proporre la deroga al Consiglio Comunale, escludendo la destinazione commerciale, quella residenziale pura e quella produttiva; l'alienazione del bene si è resa necessaria nell'ambito del piano di rientro su richiesta della Corte dei Conti. I proventi della vendita e delle successive valorizzazioni di tutti gli immobili ex Ipab, una volta rilevato di interesse pubblico il progetto, possono inoltre essere utilizzati dalla divisione servizi sociali per incrementare i propri fondi”.
Un grande giardino aperto al pubblico
L'interesse pubblico, secondo l'assessore, è da ricercare proprio nella realizzazione di un grande giardino aperto al pubblico: “L'intervento - afferma l'architetto Cristiano Picco, progettista dell'opera – interesserà il fabbricato affacciato su corso Principe Eugenio e la manica minore su via Moris: l'idea è quella di realizzare, pur non esistendo vincoli della sovrintendenza e nonostante il pessimo stato dell'immobile anche a causa dei bombardamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, una ristrutturazione conservativa in grado di ospitare gli uffici della società e del gruppo con l'insediamento di circa 100 dipendenti. Nelle intenzioni c'è anche quella di operare una manutenzione straordinaria del giardino, che rimarrà di proprietà pubblica e in questo modo potrebbe essere riaperto a tutti garantendo contemporaneamente la permeabilità del terreno”.
I dubbi di Artesio (Torino in Comune) e Tisi (Partito Democratico)
A esprimere dubbi sull'operazione sono, però, le consigliere comunali di minoranza Eleonora Artesio (Torino in Comune) ed Elide Tisi (Partito Democratico): “Il patrimonio Ipab – commenta la prima – dovrebbe mantenere la finalità socio-assistenziale, è inaccettabile cambiarne la destinazione d'uso: gli enti locali dovrebbero assumersi la responsabilità di utilizzarlo adattandolo ai bisogni primari dell'epoca che stiamo vivendo senza dover aspettare i proventi derivanti dalla loro alienazione; non si può fare sempre riferimento al piano di rientro”.