Speculazione. È questa la parola utilizzata dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, quando nei giorni scorsi - con lo scoppio della guerra in Ucraina a causa dell'invasione russa - i prezzi dei carburanti erano schizzati verso l'alto. A Torino si erano raggiunti addirittura picchi da 2.6 euro per il servito di diesel e benzina. Per non parlare delle autostrade, dove i prezzi sono sempre più alti che in città.
Si torna sotto la soglia dei due euro
Ma adesso qualcosa è cambiato. Non in Ucraina, dove i bombardamenti dell'esercito di Putin continuano a uccidere i civili delle città finite nel mirino. Eppure in alcuni distributori di benzina i prezzi hanno preso a calare. Già nei giorni scorsi - soprattutto le cosiddette pompe "bianche", indipendenti rispetto ai grandi marchi - le tariffe si erano riavvicinare a quota due euro, ma da ieri in alcuni casi si sono visti anche prezzi luminosi a 1,9 euro, bucando la soglia psicologica del 2. Dalla parte giusta, stavolta.
Inversione di tendenza
Non mancano, ovviamente, le situazioni in cui i prezzi praticati (soprattutto se si evita il self service) restano decisamente alti. Ma la speranza è che la tendenza si sia invertita, abbandonando la strada del panico che sembrava avere imboccato nelle scorse settimane.
Un Consiglio dei ministri per tagliare le accise
Proprio in queste ore il Consiglio dei ministri sta lavorando al provvedimento che taglierà le accise sui carburanti per circa 15-20 centesimi al litro. Una spinta che dovrebbe riportare ulteriormente verso il basso i prezzi al distributore.
Manifesti in città
Intanto, in giro per Torino è comparsa una campagna di affissioni da parte dei Moderati - con Carlotta Salerno e Silvio Magliano a "firmare" i manifesti - in cui si chiede lo "Stop alle speculazioni e al caro carburante, subito l'intervento del Governo".