Attualità - 05 luglio 2022, 10:18

Danneggiata la targa in ricordo di Bruno Neri: una cerimonia per ricordarlo e per ripristinarla

L'iniziativa di Anpi e delle Circoscrizioni 8 e 2 in occasione dell'anniversario della morte il 10 luglio

A pochi giorni all'anniversario della morte di Bruno Neri, l'Anpi organizza il ripristino della targa in suo ricordo che è stata vandalizzata. 

Il 10 luglio 2022 alle ore 11 presso il toret di piazza San Gabriele da Gorizia, su iniziativa delle locali sezioni Anpi Leo Lanfranco e Nicola Grosa con l'adesione di varie entità  fra cui le Circoscrizioni 8 San Salvario-Nizza-Lingotto-Filadelfia e 2 Santa Rita-Mirafiori Nord-Mirafiori Sud, si svolgerà una cerimonia in suo ricordo che prevede anche il ripristino della targa e della sua foto.

Bruno Neri, calciatore e partigiano morì, in un conflitto a fuoco con le truppe nazifasciste il 10 luglio 1944 nei pressi dell'eremo di Gamogna, sull'Appennino tosco-emiliano. 

Il 27 aprile 2019 con una manifestazione fu inaugurata una targa a lui dedicata e posta sul toret nella piazza che si trova proprio a metà strada fra lo stadio Filadelfia e lo Stadio Comunale ora Grande Torino, campi di calcio che videro Neri protagonista con la maglia granata nei fine anni Trenta.

Dalla targa è stato asportato il logo dell'Anpi e danneggiata la foto del giocatore nato a Faenza il 12 ottobre 1910 e divenuto famoso, oltre che per le sue prestazioni sportive, per non aver effettuato l'obbligatorio saluto fascista, nella partita inaugurale dello Stadio Comunale, ora Franchi di Firenze. 

Bruno Neri giocò nel ruolo di mediano nel Torino fra il 1937 ed il 1940 del direttore tecnico-allenatore Erbstein Egri, perito nella tragedia di Superga del 4 maggio 1949.

Vestì la maglia azzurra della nazionale italiana in tre occasioni sotto la guida di Vittorio Pozzo; una delle maglie indossate è esposta al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata presso Villa Claretta nel comune di Grugliasco.

Negli anni del suo soggiorno torinese, frequentò i luoghi della cultura incontrando fra gli altri Dino Campana, Eugenio Montale, Cesare Pavese e numerosi antifascisti. 

Al termine della sua carriera, ritornò a Faenza per ricoprire il ruolo di allenatore - giocatore nella locale compagine, ma allo stesso tempo affiancando il nascente  movimento antifascista. Scoperto si aggregò ai partigiani del Battaglione Ravenna  con il nome di "Berni" ed il grado di vicecomandante.

Quel 10 luglio del 1944, insieme al comandante Vittorio Bellenghi, detto "Nico", ex giocatore di basket, si imbatterero in un drappello tedesco, mentre erano in perlustrazione. Nello scontro a fuoco entrambi rimasero uccisi.

A ricordalo, oltre alla lapide sul luogo della morte, una targa è posta anche nella sua casa natale di corso Garibaldi 22 a Faenza.

Sono dedicati alla sua figura vari impianti sportivi, tornei di calcio, associazioni,  spettacoli teatrali, musicali e libri.