È scontro in Sala Rossa sugli alpini. Ad accendere il dibattito due proposte di mozione presentate dai capigruppo della Lega Elena Maccanti e di Per Torino Silvio Viale, che sono state rispettivamente bocciata e approvata. Atti che arrivano a due mesi di distanza dal meeting delle "Penne nere" a Rimini, dove 600 ragazze hanno denunciato episodi di molestie. Un episodio arrivato anche sui banchi del Consiglio Comunale.
Catizone (Lega): "Accuse di Rimini ingiuste e generalizzate"
"Accuse - ha spiegato l'esponente del Carroccio Giuseppe Catizone - ingiuste e troppo generalizzate: la responsabilità è penale e personale, non dell'associazione".
"Le denunce - ha aggiunto il consigliere di minoranza - sono state più sui social, che nelle caserme e questure: se dovessero essere accertate, è giusto che chi è colpevole venga punito". Catizone ha poi spiegato come la mozione chieda un sostegno al corpo degli Alpini riconoscendone il valore sociale e culturale, oltre ad individuare un luogo di Torino da intitolare o dedicare alla memoria di chi si è sacrificato per la Patria.
Viale (Per Torino): "Cittadinanza Onoraria agli Alpini per i 150 anni"
Una proposta quest'ultima fatta anche da Viale, che poi ha replicato: "Le molestie ci sono state: che queste non abbiano avuto risvolti penali è diverso". Il capogruppo ha poi proposto di dare la Cittadinanza Onoraria all'Associazione Nazionale Alpini in onore dei 150 anni della costituzione del corpo, che cadrà il prossimo 15 ottobre.
Crosetto (FdI): "Campagna diffamatoria"
"Io sostengo - ha spiegato il capogruppo di FdI Giovanni Crosetto - la mozione di Maccanti. C'è stata una campagna diffamatoria: su 600 molestie, c'è stata un'unica denuncia che è stata archiviata. Onore agli alpini". Parole "vergognose" a cui ha replicato con forza la capogruppo del Pd Nadia Conticelli: "Respingiamo questo tentativo storico di politicizzare il corpo, così come strumentalizzare un evento di cronaca".
Conticelli: "Inutile festeggiare 8 marzo se mettiamo in dubbio parole donne"
"Se la politica - ha aggiunto l'esponente dem - è la prima a mettere in dubbio le parole delle donne è inutile che festeggiamo l'8 marzo e il 25 novembre. Non ci sono responsabilità collettive, ma individuali". A bocciare entrambi gli atti il M5S, che per voce di Valentina Sganga ha chiarito: "Non si può premiare un corpo dove si sono permessi fatti ignobili: la tutela della donna viene prima".