E poe...sia! - 18 settembre 2022, 09:52

"Per desiderio", il docufilm del cielo

Ecco come spingerci e spronarci ad alzare gli occhi a quel cielo che sta perdendo sempre più il suo ascendente spirituale sull'umanità

collezione Libri d'Artista - Anna Maria Scocozza (opera in carta riciclata)

collezione Libri d'Artista - Anna Maria Scocozza (opera in carta riciclata)

Buongiorno a tutti e ben ritrovati alla rubrica "E Poe...sia"!

Ci risiamo: settembre è arrivato e ha portato via le tanto attese vacanze. Già: succede ogni santa volta eppure noi, imperterriti, lottiamo e ci disperiamo con tutte le nostre forze per rimandare quel momento, quantomeno col pensiero.

Che dire?! Settembre è il mio mese di nascita, lo adoro in ogni sua sfaccettatura; dalla luce ai colori, dal cibo al profumo nell'aria. Direi, perciò, di non essere la persona più adatta per un punto di vista obiettivo! Scherzi a parte, il temuto rientro alle consuete attività secolari mette in crisi un po' tutti, me compresa. E' un vero e proprio distacco, con conseguente disorientamento; un passaggio breve ma tra i più intensi dell'anno.

Tuttavia, come qualsiasi serie televisiva a sfondo giudiziario insegna, si può sempre spezzare una lancia a favore dell'"accusato". Trovare la gamola, l'attenuante. L'autunno ripartirà pure con qualche strattone ma la sua funzione non è mai soltanto quella di sostituirsi al periodo estivo; in effetti, esso racchiude in sè il germe della novità: nuovo tempo, nuovo spazio e nuovi progetti potranno intrecciarsi tra loro dando vita a una fase di ritrovata mobilità. A noi scegliere se fisica, intellettiva o entrambe.

Tutta una questione di cambio di prospettiva, insomma: le due facce della stessa medaglia, i due differenti sguardi sul mondo . E di sguardi parleremo proprio oggi, cari amici, fissi e fissati a una delle meraviglie assolute del creato: il CIELO. L'articolo di questa domenica vuole spingerci e spronarci ad alzare gli occhi a quel cielo che sta perdendo sempre più il suo ascendente spirituale sull'umanità, troppo intenta a gestire affari "terreni". Un elemento naturale, sì, ma soprattutto il simbolo indiscusso della libertà, dell'ignoto e, contemporaneamente, dello scibile; l'orizzonte a cui aneliamo e quello che temiamo, la sfera magica da interrogare e l'opera d'arte da emulare.

A proposito dei suoi mille ruoli si è interrogata a lungo la scrittrice e appassionata di fotografia celeste Paola Tricomi, che ha da poco conseguito il dottorato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Così, con la collaborazione di Francesca Moscarella (laureata in comunicazione) e Andrea Orlando (ricercatore e divulgatore scientifico), è nata l'idea e la successiva sceneggiatura del docufilm italiano "PER DESIDERIO" (Ecoframes Production): un progetto cinematografico ispirato alle immagini letterarie - poetiche - fotografiche e astrofisiche del cielo, appunto; a partire da esse, lo snodo di un'indagine profonda, che ne esamina i risvolti sociologici.

E' infatti impensabile ripercorrere il patrimonio storico-culturale dell'uomo, senza tener conto del suo speciale legame con l'osservazione del firmamento, sin dai suoi primi passi su questo pianeta.

Per i nostri antenati, di fronte alla grandezza del cosmo, era praticamente impossibile non confrontarsi con sentimenti di stupore e smarrimento. L'imperscrutabile accresceva la curiosità e il bisogno di trovare risposte e scopi, per non parlare dell'effetto catalizzatore sulla religiosità e sul concetto più intimo di spiritualità e magia. In seguito, quel famoso sguardo al cielo divenne il più efficace metodo di orientamento, calcolo delle stagioni e dei cicli di semina e raccolto. Ed era appena l'inizio. Con la nascita delle civiltà e del pensiero moderno, intere generazioni di letterati, poeti, filosofi, studiosi, matematici, artisti, astronomi e viaggiatori hanno attinto al cielo per trovare ispirazione, fortuna, senso e verità. Altri ancora hanno scoperto le leggi che regolano la fisica e ammesso spaventosi misteri. Ancor oggi, l'universo rappresenta meglio di qualsiasi altra manifestazione visibile della natura ciò che rende l'uomo ugualmente schiavo e libero: la sua piccolezza, condanna di fallimento laddove tenti di controllarne e sfruttarne i meccanismi e l'assenza di limiti. Non esiste nulla in grado d'ingabbiare il cielo: nessuna corda, barriera, tecnologia, nessun muro o confine, neppure un sogno. Tantomeno il dio denaro. E così è la mente: vola dove le pare, si trasforma in tempesta o pacata ombra, viaggia ed espande i propri orizzonti, sino all'impossibile. Sino all'ignoto. Lo spazio celeste e le potenzialità umane non hanno confini. I soli ostacoli sono quelli creati dalle anime cieche, insensibili al richiamo dell'infinito. Perchè, come la stessa Paola Tricomi spiega nel teaser (qui sotto il link), "la lontananza e la distanza del cielo permettono all'uomo di capire qualcosa in più su se stesso, chi è lui in relazione all'universo".

La narrazione del docufilm (presentato anche nel programma Rai "O anche no") gira intorno a tre componenti: i racconti dei protagonisti, anch'essi legati per passione e lavoro al mondo celeste, le loro esperienze dirette e un ampio spazio fotografico - al fine di proporre spunti autentici di riflessione, partendo da prospettive differenti benchè complementari: Scienza, Poesia e Fotografia. Qualche nome? L'astronauta Luca Parmitano e l'astrofotografa di fama mondiale Teresa Molinaro vi dicono niente?

Perdiamoci. Una volta tanto senza GPS, perdiamoci tra i sentieri celesti. E lasciamoci condurre in un viaggio che attira nella sua orbita Arte, Letteratura, Scienza, Ecologia e Passione; non scordate il titolo, perciò: "PER DESIDERIO"!

https://perdesiderio.com/

https://www.instagram.com/perdesideriodocufilm/


Concedetemi ora di festeggiare il terzo compleanno della rubrica, con una poesia a tema del mio primo grande amore: Gianni Rodari!


IL CIELO E' DI TUTTI

Qualcuno che la sa lunga

mi spieghi questo mistero:

il cielo è di tutti gli occhi

di ogni occhio è il cielo intero.


È mio, quando lo guardo.

È del vecchio, del bambino,

del re, dell'ortolano,

del poeta, dello spazzino.


Non c'è povero tanto povero

che non ne sia il padrone.

Il coniglio spaurito

ne ha quanto il leone.


Il cielo è di tutti gli occhi,

ed ogni occhio, se vuole,

si prende la luna intera,

le stelle comete, il sole.


Ogni occhio si prende ogni cosa

e non manca mai niente:

chi guarda il cielo per ultimo

non lo trova meno splendente.


Spiegatemi voi dunque,

in prosa od in versetti,

perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti.


I due versi finali, in particolare:

"perchè il cielo è uno solo / e la terra è tutta a pezzetti"

Non sarebbe bello, capovolgerli? Allora sì che avrebbe senso il detto "vivere con la testa fra le nuvole"!

Pensateci su.

Alla prossima

Johanna Poetessa

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