Attualità - 04 novembre 2022, 07:15

Un'installazione luminosa e una mostra fotografica per la chiusura di “Lunadora”

Il progetto, promosso nell'ambito del bando Tonite, si chiuderà venerdì sera ospitando le opere degli artisti Enrica Borghi e Matteo Di Giovanni

Un'installazione luminosa e una mostra fotografica per la chiusura di “Lunadora”

Una serata all'insegna dell'arte per chiudere in bellezza “Lunadora”. 

Il progetto, promosso da Isole Aps, Locanda Sul Fiume, Fondazione di Comunità di Porta Palazzo, Associazione Pigmenti e Asilo Bianco Aps sul territorio del quartiere Aurora (nell'ambito del bando Tonite, ndr) per promuovere arte e cultura con l'obiettivo di migliorare il benessere della comunità, si concluderà ufficialmente venerdì sera ospitando un'installazione luminosa dell'artista Enrica Borghi e una mostra fotografica di Matteo Di Giovanni.

La mostra fotografica

La serata inizierà alle 18.30 con il finissage della mostra-trilogia di Di Giovanni “I wish the world was even, Blue Bar e I had to shed my skin”, curata da Ivan Catalano e proposta negli spazi di Isole in lungo Dora Napoli 18b: “Quella di Di Giovanni – spiegano gli organizzatori - è una ricerca visiva ma anche filosofica sul paesaggio inteso come luogo naturale e antropizzato, approdata alla scelta del libro fotografico come mezzo espressivo privilegiato. Per l'occasione l’artista presenterà anche il suo ultimo libro 'I had to shed my skin': un racconto visivo sull’Abruzzo, terra dove è nato, un progetto sul tema dell’identità che approfondisce le complesse tematiche legate all’idea di homeland e roots, terra natia e radici”.

L'installazione luminosa

Sarà sempre il palazzo di lungo Dora Firenze 18b, un'ora più tardi, ad essere protagonista dell'accensione dell'installazione di Enrica Borghi, artista che trasforma in moduli luminosi materie plastiche e fondi di bottiglia destinati alla discarica: “Borghi - proseguono - crea un universo eterogeneo che si anima e prende vita da materiali che la nostra società rifiuta e getta via. Per Lunadora ha creato mosaici colorati fatti di geometrie, trame e disegni ricavati da fondi di bottiglia: i moduli luminosi sono dodici, tessere musive che vanno a integrarsi e dialogare sui balconi, ospitati e accuditi dai suoi abitanti. Un progetto che nasce da un’idea generativa e di comunità, un lavoro inclusivo con un forte ruolo sociale per la cittadinanza”.