Economia e lavoro - 20 dicembre 2022, 19:29

Torino perde anche Cattelan, i sindacati Rai sul piede di guerra: "Azienda arrogante"

La denuncia arriva da Slc Cgil, Fistel Cisl e Snater: "Costi di trasferta per le maestranze locali quando in città ci sono tutte le condizioni per produrre programmi di qualità"

Cattelan con Saviano e due persone

La produzione della trasmissione di Alessandro Cattelan non sarà più a Torino

Uno sciopero per denunciare il rischio impoverimento della sede storica della Rai - quella di Torino - seguita dall'annuncio (pochi giorni dopo) da parte dell'azienda del trasferimento a Milano di "Stasera c'è Cattelan", forse il programma di punta di questi ultimi mesi nel palinsesto della Tv pubblica.

Per questo motivo Slc Cgil, Fistel Cisl e Snater sono di nuovo sul piede di guerra, bollando la tempistica dell'annuncio come "arroganza". Spiegano infatti di aver "proclamato lo sciopero per denunciare l’assenza di investimenti e segnalare l’urgenza del rilancio di un polo torinese della Rai", ma che "ai dati oggettivi sul ridimensionamento del Centro (l'azienda, ndr) risponde due giorni dopo confermando il trasferimento della produzione del programma “Stasera c’è Cattelan” da Torino a Milano, organizzando costose trasferte per le maestranze torinesi".

Da qui, quello che i sindacati definiscono un "assurdo modello organizzativo ed economico al quale una Rai attenta agli sprechi di denaro non fornisce una risposta credibile. Un tempismo prepotentemente perfetto e una risposta chiara a chi chiede invece investimenti, qualità, e organici adeguati. Riteniamo la decisione uno schiaffo alle lavoratrici ed ai lavoratori del Centro di Produzione di Torino, alla Rsu che ha proclamato lo sciopero, ai sindacati che lo hanno supportato e anche alla Città stessa. In gioco c’è la sopravvivenza stessa dello storico Centro di Produzione di via Verdi, con il suo bagaglio umano di esperienze, capacità tecnologiche e professionalità consolidate. Professionalità di cui la Rai decide di avvalersi ancora dal momento che i lavoratori vengono “invogliati” alla trasferta a Milano con riconoscimenti economici unilaterali ad personam mentre ad ogni trattativa sindacale la risposta degli ultimi anni è sempre stata quella di un rigetto delle richieste motivato dalla necessità di fare economie, necessità evidentemente ora svanite".

E accanto all'aspetto meramente economico, nella denuncia si cela anche l'orgoglio sabaudo. "A Torino esistono tutte le condizioni per produrre programmi di qualità elevata. Far lavorare maestranze torinesi a Milano mentre gli studi torinesi rimangono vuoti significa una lievitazione assurda dei costi che prelude a tagli drastici che avverranno nei prossimi anni. Non ci rassegneremo a ciò. Ribadiamo tutto il sostegno alla lotta dei lavoratori Rai di Torino e alla Rsu e chiediamo alle istituzioni torinesi e regionali di pretendere un chiarimento ai vertici aziendali sul futuro della Rai a Torino"

Massimiliano Sciullo

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