"La scuola è per tutt3"? Città di Torino, insieme a Città Metropolitana nell'ambito della rete Ready (Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omotransfobia), ne ha parlato con 250 ragazze e ragazzi delle scuole superiori in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.
L'evento è stato ospitato dal Teatro Astra e ha visto la presenza dell'assessore alle politiche sociali e le pari opportunità di Torino Jacopo Rosatelli; della direttrice del Lovers Film Festival Vladimir Luxuria; di Iris Trombini, studentessa di filosofia e attivista del collettivo Identità Unite; della dottoressa Vera Tripodi e della consigliera metropolitana con delega alle politiche giovanili, sociali e di parità Valentina Cera.
Durante la mattinata gli studenti hanno dialogato del problema dell'inclusività nella scuola con i cinque ospiti, potendo porre domande o presentare il proprio punto di vista. Non sono mancati momenti di apertura e condivisione delle proprie storie e vicende personali da parte di ragazzi e ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle atti di bullismo.
"È importante riconoscere il bullismo e l'omofobia, la lesbofobia la transfobia e la bifobia nelle scuole - ha commentato Rosatelli - per arrivare all'obiettivo per il quale ognuno viva liberamente e felicemente gli anni della scuola e quelli successivi". Dopo l'incontro con gli studenti, nel pomeriggio Rosatelli ha incontrato gli insegnanti per un momento di formazione, per fornire loro gli strumenti per individuare e contrastare fenomeni di bullismo omo-lesbo-bi-transfobico e favorire forme di empowerment delle vittime.
"Da filosofa e dai racconti di chi mi ha preceduto - ha continuato la dottoressa Tripodi - rispondo che la scuola non è per tutti ma che dovrebbe esserlo. Dovremmo superare il concetto di inclusività, che presuppone un diverso livello di inclusione tra chi è già dentro e chi è fuori, ma sarebbe meglio parlare di convivenza rispettosa".
Ha concluso gli interventi Vladimir Luxuria, dal 2019 direttrice artistica del Lovers Film Festival ed ex parlamentare. "Il mio cognome è Guadagno - ha raccontato agli studenti - e quando a scuola rispondevo all'appello con un tono non abbastanza maschile sentivo ridere dietro di me. Ogni volta che andavo in bagno, al mio rientro trovavo delle scritte sul quaderno e sentivo altre risate provenire da dietro. Anche oggi che ho 57 anni, quando sento ridere per strada penso che si rida di me: il bullismo lascia segni indelebili. Qualcosa è cambiato negli anni ma anche oggi un italiano su dieci pensa che l'omosessualità dovrebbe essere un reato. Oggi insulti di persona non me ne arrivano più, ma sui social è tutto più facile. Combattere l'omofobia serve anche agli omofobi che sono spesso delle vittime a loro volta. Se sentite offese omofobe, razziste o misogine dovete reagire, non fate finta di niente".