Attualità - 30 maggio 2023, 15:34

Anche Settimo Torinese fa memoria delle vittime dell'Heysel: ora un giardino ricorderà i tifosi della Juve morti in Belgio

La zona è stata individuata all'interno dell'area verde di via Fosse Ardeatine

Settimo Torinese ha intitolato un giardino alle vittime dell'Heysel (foto profilo Facebook del Comune di Settimo)

Anche Settimo Torinese ora ha un luogo dedicato alle persone morte durante i disordini dello stadio Heysel, quando nel 1985 la Juve si trovò in finale contro il Liverpool per contendersi la Coppa dei Campioni.

Ieri pomeriggio è stato intitolato il "giardino Vittime dell’Heysel", nell’area verde di via Fosse Ardeatine. Alla cerimonia erano presenti le associazioni del territorio, i rappresentanti dello Juventus Club DOC "Terza Stella" Settimo Torinese (che ha promosso la petizione), Nereo Ferlat dell’ Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel, Gianluca Pessotto in rappresentanza della Juventus e gli assessori Luca Rivoira, Giancarlo Brino e Daniele Volpatto.
 

Il giardino è stato intitolato alle 39 persone che 38 anni fa persero la vita nella strage dell’Heysel. Poco prima dell’inizio della finale di Coppa Campioni, le cariche degli hooligans britannici seminarono il panico fra un settore di tifosi juventini provocando il crollo di un muro e il tragico epilogo. "Doveva essere una festa e si concluse con una tragedia - ha detto Pessotto - Grazie per aver scelto di dedicare questo luogo alla memoria delle vittime, con l’auspicio che non avvengano più avvenimenti così terribili".

"Trentotto anni fa ero presente in quella curva e mi salvai per un caso - ha raccontato Ferlat -. Da allora, insieme alla nostra associazione, cerchiamo di tramandare il ricordo di quei fatti nelle scuole, di promuovere il tifo sano e il rifiuto della violenza".

"Questo spazio resterà intitolato alle quelle 39 persone anche quando, fra molti anni, i nostri ricordi potranno essersi sbiaditi - ha concluso Rivoira -. La strage dell'Heysel si sarebbe potuta evitare. Ecco perché sarà sempre importante ricordarla: per evitare che ricapiti. Di strada da fare ce n'è ancora tantissima e siamo ben lontani dal rendere i nostri stadi uno spazio per tutti, dalle famiglie agli anziani. Ma è possibile migliorare e valorizzare la cultura del tifo sano e spetta a tutti noi, alle Istituzioni, ai tifosi, alle persone comuni, ciascuno nel suo ruolo: stabilendo regole, collaborando, e soprattutto vivendo la propria passione rispettando sempre le persone".

redazione