La storia del calcio italiano si è intrecciata inevitabilmente a quelle delle squadre che ne hanno fatto parte. Juve, Inter, Milan, Napoli, Genoa, sono soltanto alcuni dei club che di volta in volta si sono contraddistinti in Serie A ottenendo successi importanti che hanno dato lustro al nostro Paese, ma tra tutte queste squadre c’è anche il Torino, che fin dagli inizi della sua storia ha saputo mettersi in luce grazie ai giocatori che ne hanno vestito la maglia ottenendo vittorie importanti, alcune volte da favorita, altre, invece, da sfavorita, ribaltando i pronostici di inizio stagione come spesso accade ancora oggi con gli esperti che seguono gli ultimi aggiornamenti di statistich e e quote delle scommesse sportive che vengono completamente sorpresi dal rendimento dell’outsider di turno.
Le origini del “Toro”
Il “Toro”, così come è soprannominato per via del suo animale simbolo, per l’appunto il toro, è stato fondato nel 1906, nato dalla fusione tra il Torinese e i soci dissidenti della Juventus, fondata nove anni prima. Il club raccoglieva quindi l’eredità del Torino Football and Cricket Club e e del Nobili Torino, a loro volta assorbiti dal Torinese nel 1900.
Dunque, prese così vita il Foot Ball Club Torino, che visse la sua prima epoca felice sotto la guida del conte Enrico Marone Cinzano. Fu quest’ultimo, peraltro, a far costruire le prime tribune attorno al “Campo Torino”, diventato poi lo stadio Filadelfia, da poco rimesso in piedi dall’attuale presidente Urbano Cairo e dove oggi si allenano i giocatori granata.
Uno stadio storico, il Filadelfia, che accompagnò la squadra nella prima metà del Novecento e anche poco oltre, legandosi indissolubilmente a quelli che furono i primi successi della società. Il primo Scudetto, infatti, arrivò nella stagione 1927-1928, mentre anni dopo arrivò la prima Coppa Italia, vinta nella stagione 1935-1936.
Ne seguì un periodo difficile, arrivato dopo l’addio del patron di allora, il conte Cinzano. Tuttavia, non ci volle molto prima che il Toro riprendesse a vincere. Gli anni Quaranta, infatti, furono segnati da quella che passò alla storia con il nome di Grande Torino, guidato dal nuovo presidente Ferruccio Novo che, dietro suggerimenti di Vittorio Pozzo, già due volte campione del mondo da allenatore della Nazionale italiana, riuscì a costruire una squadra formidabile.
Il Grande Torino
Il Grande Torino è stato così definito perché il club poteva contare su una formazione semplicemente straordinaria in grado di vincere ben cinque scudetti consecutivi (dal 1942-1943 al 1948-1949). Bacigalupo, Ballarin, Grezar, Loik, Ossola, Gabetto, Ferraris, Menti, Rigamonti, Valentino Mazzola, tra i giocatori più rappresentativi di quella squadra, che però è passata alla storia per il triste destino a cui è andata incontro.
Il 4 maggio 1949, infatti, durante un volo che avrebbe dovuto riportarli in Italia dopo una trasferta a Lisbona, il loro aereo si andò a schiantare contro la parte posteriore della Basilica di Superga. A quell’incidente, sopravvissero soltanto in due: Sauro Tomà e Renato Gandolfi, ma solo perché non erano stati convocati per quella trasferta in Portogallo. Una tragedia immane ricordata ancora oggi da tutti e il 4 maggio di ogni anno si celebra la messa nel ricordo di quella squadra, mentre la FIFA ha indetto lo stesso giorno giornata mondiale del calcio rendendo omaggio ad una delle migliori squadre del XX secolo.
Mancavano altre quattro giornate di campionato per chiudere la stagione e il Torino, che era rimasta priva dei suoi giocatori, schierò le giovanili. Lo stesso fecero le avversarie in segno di rispetto e alla fine il Toro vinse comunque il suo quinto Scudetto di fila.
La rinascita
Una volta vissuta la tragedia, il Torino fu costretto a ricostruire un’intera squadra. Non sarà più lo stesso. Ci sono voluti 26 anni prima che i granata tornassero sul tetto d’Italia. Lo fecero nella stagione 1975-1976 con il grande Luigi Radice in panchina e la mitica coppia d’attacco formata da Francesco Graziani e Paolo Pulici, con quest’ultimo che fu peraltro il capocannoniere del campionato (per il secondo anno consecutivo) con 21 reti.
Tutti i trofei del Toro
Il Torino ha caratterizzato quindi la storia del nostro calcio. Una squadra storica e importante che ancora oggi milita in Serie A sotto la gestione di Urbano Cairo. I successi del passato sono lontani, ma la speranza dei tifosi è senz’altro quella che un giorno i granata possano tornare a vincere così come hanno fatto nel corso degli anni.
In particolare, oltre ai sette scudetti sopra citati, il Toro vanta nel suo palmares anche cinque Coppe Italia. La prima, come già detto, nel 1935-1936, preludio a quello che sarebbe stato il dominio negli anni Quaranta, caratterizzati dal secondo trofeo nazionale vinto nel 1942-1943. Le altre tre Coppe arrivarono poi nelle stagioni 1967-1968, 1970-1971 e 1992-1993.
In bacheca, il Torino ha anche tre titoli di Serie B, vinti nel 1959-1960, 1989-1990 e 2000-2001, mentre nel 1991 arrivò il suo primo e ad oggi l’unico trofeo internazionale della Coppa Mitropa.