Una voce può fare la storia (della musica e non solo), ma anche un disco può farlo. Decisamente più raro - se non unico - il caso in cui, sia la voce che il disco, siano legati alla stessa artista.
Tutto questo è stata (e sarà ancora) Maria Callas, cantante lirica senza paragoni nel mondo della musica in senso assoluto. Non per nulla, una delle poche personalità al mondo in grado di essere citata accompagnando il suo cognome solo con un articolo determinativo: La Callas.
E lunedì, all'Università di Torino, si solleva il velo sulla mostra che ne celebra uno dei suoi miracoli artistici. “Callas/Medea. Storia di un disco”, prodotta da UniVerso insieme all’Archivio Storico Ricordi, ricostruisce infatti la storia della Medea di Luigi Cherubini, un disco leggendario non solo per l’importanza e la qualità degli artisti e delle professionalità che concorsero alla sua realizzazione, ma anche per il ruolo che questa incisione ebbe nel sancire l’ingresso di Casa Ricordi nel mondo della
discografia come Dischi Ricordi, l’etichetta che pochi anni dopo avrebbe dato
vita al fenomeno dei “cantautori”.
In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla Fondazione di Casa Ricordi, infatti,
si pensò a un concorso per un’opera prima e alla realizzazione di un disco, da
registrare con l’apporto dell’orchestra e del coro del Teatro alla Scala nello
stesso teatro: la Medea di Luigi Cherubini con Maria Callas come protagonista
e il Maestro Tullio Serafin come direttore d’orchestra. Registrato tra il 31 agosto
e il 3 settembre 1957, il disco riscosse un enorme successo tanto che quello che
doveva essere un omaggio straordinario all’anniversario della Casa musicale
divenne l’avvio di una nuova attività. Ricordi si lanciò infatti nella nuova
avventura discografica: il 24 dicembre 1957 viene depositato in Italia il marchio
Dischi Ricordi.
La mostra, a cura di Giulia Carluccio e Pierluigi Ledda, da lunedì 18 dicembre sarà visitabile fino al 14 gennaio, anche sabato e domenica, dalle 10 alle 18. Dal 15 gennaio al 29 febbraio, invece, apertura solo nei giorni feriali. La cornice è la Sala Athenaeum, presso il Palazzo del Rettorato, in Via Verdi 8.