Non è soltanto la crisi economica. Ci si mette anche la questione sicurezza a turbare i sonni dei negozianti torinesi. Lo dice l'ultima indagine di Ascom Confcommefcio, che mostra come il 17,5% delle attività del terziario denunci un peggioramento della situazione legata a furti, rapine, ma anche usura ed estorsioni. Dati che salgono ad oscillare tra il 20 e il 25% se si parla solo di negozi e di ristoranti.
Furti, spaccate e vandalismo
Il 27,8% parla di furti, vandalismo per il 26,4. Usura per il 22,5 e aggressioni per il 22,2. Ma i fenomeni più temuti sono furti, le truffe informatiche e gli atti vandalici (spaccate).
"Furti e spaccate sono diventati un enorme problema - dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia - e colpisce gli imprenditori che devono spendere anche per riparare i danni, oltre al problema del furto in sé. E poi si spende anche per difendersi".
I dati parlano infatti di un 58,1% di attività che ha speso per video sorveglianza, ma anche un 43,3% di chi ha attivato sistemi d'allarme. Vigilanza non armata per il 9,3%. Ma resiste un 28,9% di chi non ha preso provvedimenti.
La paura di finire vittime di racket e usura
Sul fronte estorsione, il 28% ha avuto esperienza diretta o ha sentito di casi di questo genere. Il 56,4% ritiene grave il problema di esposizione al rischio usura e racket.
In caso di racket, poi, il 58,3% consiglia di denunciare, come un 25,7 che pensa invece alle associazioni anti usura e il 23,2 alle associazioni di categoria.
Consumi, credito e calendario
I dati più strettamente economici vedono un calo del numero di imprese, ma il clima di fiducia in vista di giugno è superiore al dato nazionale. I saldi non sono andati benissimo, ma il 51% degli imprenditori parla di stabilità. Il 24% addirittura di miglioramento.
"Non sono ripartiti i consumi, ma al tempo stesso la liquidità è sempre più un problema - aggiunge la presidente - C'è però anche una crescita di credito, ma pure per fare investimenti". Di certo, il calendario non aiuta. Non solo come saldi, ma anche come meteo: "Siamo schiacciati tra eventi davvero imprevedibili, come una primavera che non arriva".
Si stima che circa un terzo delle imprese del terziario torinese (29%), quando si reca in banca per chiedere un finanziamento lo fa per fare investimenti. Ma il 55% lo fa per liquidità e cassa (più che in Italia), anche a fronti di costi aumentati.
"Il fabbisogno finanziario fa riflettere - dice Carlo Alberto Carpignano, direttore di Ascom Torino - anche a fronte dei costi per rivolgersi a una banca. Fortunatamente scendono coloro che vogliono ristrutturare il debito".
Meno male che resiste il turismo
"Si prevede una crescita in quella che ormai pare una certezza - conclude Coppa -, ovvero il turismo. Con le Atp Finals in autunno ci aspettiamo un nuovo impulso, sperando che poi arrivi la conferma. Ma il turismo non può bastare per tutti, perché non raggiunge tutti".