Se stai pensando di aprire un ristorante a Torino, prima di iniziare a lavorare al tuo progetto, ti forniamo alcuni consigli utili che ti aiuteranno a capire passo dopo passo quali sono la valutazione da fare per avviare una tua attività.
Definizione del budget
Una delle prime valutazioni che devi svolgere è: quanto puoi investire. L’investimento iniziale è un fattore determinante anche per comprendere se si vuole avviare un’attività da zero o se è meglio valutare delle aziende in vendita a Torino che operano nel settore della ristorazione.
Per quanto riguarda i costi devi considerare alcuni dei più rilevanti e incidenti sul piano iniziale come:
- Affitto o acquisto del locale.
- Ristrutturazioni e adeguamenti normativi (impianti, uscite di sicurezza, servizi igienici, etc.)
- Arredamento, attrezzature di cucina e software di gestione.
- Autorizzazioni e licenze (tra cui SCIA, permessi sanitari, HACCP, etc.)
- Spese per il personale, utenze, promozione e marketing.
In media, il budget iniziale può oscillare tra i 70.000 e i 150.000 euro, ma si può facilmente superare questa soglia. Ecco perché capire quanto si può spendere e quali sono eventualmente le alternative è molto importante.
Scegliere la zona giusta a Torino: centro, periferia o quartieri emergenti?
La scelta del quartiere in cui aprire un’attività a Torino è da valutare con attenzione rispetto al target di clientela e al format del ristorante.
- Centro storico: si tratta sicuramente di una zona turistica, ideale per ristoranti gourmet, bistrot di fascia medio-alta e cucine internazionali. Attenzione però ai costi molto elevati degli affitti.
- San Salvario e Vanchiglia: quartieri vivaci, frequentati da giovani, studenti e professionisti. Ottimi per locali etnici, cucina street food o formule innovative.
- Crocetta: zone residenziali borghesi, adatte a proposte raffinate o family-friendly.
- Aurora e Barriera di Milano: quartieri più popolari e multiculturali, in fase di riqualificazione. Richiedono attenzione alla concorrenza e al contesto sociale, ma offrono costi più accessibili.
Queste sono alcuni esempi, ma è sempre meglio effettuare un’indagine di mercato localizzata è indispensabile per comprendere abitudini, gusti e capacità di spesa della clientela, evitando così di aprire un locale in una zona poco adatta alla propria proposta.
Acquisire un’attività già avviata: un’alternativa vantaggiosa
Una soluzione spesso sottovalutata è l’acquisto di un’attività di ristorazione già esistente a Torino.
In città sono presenti numerosi ristoranti, pizzerie e locali in vendita per motivi che non sempre hanno a che fare con la redditività: pensionamenti, trasferimenti o cambi di settore. Valutare l’acquisizione di un’attività già operativa può offrire diversi vantaggi:
- Risparmio su ristrutturazioni e attrezzature, se l’attività è in buono stato
- Licenze e permessi già ottenuti, che permettono di accelerare i tempi di apertura
- Clientela fidelizzata, soprattutto in zone residenziali o turistiche
In ogni caso è importante valutare con attenzione l’azienda in vendita: esaminare bilanci, flussi di cassa, stato del locale e potenziale di crescita.
In alcuni casi, un’attività da rilanciare può essere acquistata a un prezzo molto competitivo, rappresentando un investimento più intelligente rispetto alla creazione ex novo.
Aspetti normativi
Ogni attività di ristorazione è soggetta a una serie di obblighi amministrativi, sanitari e urbanistici, questi sono obbligatori per poter avviare un ristorante in regola e senza avere problematiche successive.
Le principali pratiche da gestire sono:
- SCIA presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Torino
- Iscrizione alla Camera di Commercio e apertura della Partita IVA
- Corso SAB per la manipolazione degli alimenti (da fare in Camera di Commercio o da Privato)
- Richiesta all’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane il Nulla Osta per la vendita di bevande alcoliche all’interno dell’attività.
- Adeguamento alle normative HACCP e formazione del personale
- Autorizzazioni sanitarie ASL e rispetto dei requisiti igienico-strutturali
- Autorizzazioni urbanistiche in caso, di occupazione suolo pubblico se si mettono i tavolini su una piazza, strada o su un marciapiede pubblico.
- Pagamento della SIAE per la trasmissione o riproduzione di musica nel locale.
Una volta pronte tutte le pratiche, con l’aiuto di un consulente, si potrà finalmente iniziare a dar vita al proprio progetto.
Infatti, non basta avere una buona idea o saper cucinare: serve visione imprenditoriale, conoscenza del mercato locale e capacità di adattarsi a un contesto in continua evoluzione.
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