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Economia e lavoro | 22 maggio 2025, 07:00

Consigli per aprire un ristorante a Torino: dal budget alla scelta del locale

Aprire un ristorante in una città può essere l’inizio di un buon business perché anche se si ha una maggiore concorrenza c’è anche la possibilità di avere una clientela più ampia che frequenti la propria attività.

Consigli per aprire un ristorante a Torino: dal budget alla scelta del locale

Se stai pensando di aprire un ristorante a Torino, prima di iniziare a lavorare al tuo progetto, ti forniamo alcuni consigli utili che ti aiuteranno a capire passo dopo passo quali sono la valutazione da fare per avviare una tua attività.

Definizione del budget

Una delle prime valutazioni che devi svolgere è: quanto puoi investire. L’investimento iniziale è un fattore determinante anche per comprendere se si vuole avviare un’attività da zero o se è meglio valutare delle aziende in vendita a Torino che operano nel settore della ristorazione.

Per quanto riguarda i costi devi considerare alcuni dei più rilevanti e incidenti sul piano iniziale come:

  • Affitto o acquisto del locale.
  • Ristrutturazioni e adeguamenti normativi (impianti, uscite di sicurezza, servizi igienici, etc.)
  • Arredamento, attrezzature di cucina e software di gestione.
  • Autorizzazioni e licenze (tra cui SCIA, permessi sanitari, HACCP, etc.)
  • Spese per il personale, utenze, promozione e marketing.

In media, il budget iniziale può oscillare tra i 70.000 e i 150.000 euro, ma si può facilmente superare questa soglia. Ecco perché capire quanto si può spendere e quali sono eventualmente le alternative è molto importante.

Scegliere la zona giusta a Torino: centro, periferia o quartieri emergenti?

La scelta del quartiere in cui aprire un’attività a Torino è da valutare con attenzione rispetto al target di clientela e al format del ristorante.

  • Centro storico: si tratta sicuramente di una zona turistica, ideale per ristoranti gourmet, bistrot di fascia medio-alta e cucine internazionali. Attenzione però ai costi molto elevati degli affitti.
  • San Salvario e Vanchiglia: quartieri vivaci, frequentati da giovani, studenti e professionisti. Ottimi per locali etnici, cucina street food o formule innovative.
  • Crocetta: zone residenziali borghesi, adatte a proposte raffinate o family-friendly.
  • Aurora e Barriera di Milano: quartieri più popolari e multiculturali, in fase di riqualificazione. Richiedono attenzione alla concorrenza e al contesto sociale, ma offrono costi più accessibili.

Queste sono alcuni esempi, ma è sempre meglio effettuare un’indagine di mercato localizzata è indispensabile per comprendere abitudini, gusti e capacità di spesa della clientela, evitando così di aprire un locale in una zona poco adatta alla propria proposta.

Acquisire un’attività già avviata: un’alternativa vantaggiosa

Una soluzione spesso sottovalutata è l’acquisto di un’attività di ristorazione già esistente a Torino.

In città sono presenti numerosi ristoranti, pizzerie e locali in vendita per motivi che non sempre hanno a che fare con la redditività: pensionamenti, trasferimenti o cambi di settore. Valutare l’acquisizione di un’attività già operativa può offrire diversi vantaggi:

  • Risparmio su ristrutturazioni e attrezzature, se l’attività è in buono stato
  • Licenze e permessi già ottenuti, che permettono di accelerare i tempi di apertura
  • Clientela fidelizzata, soprattutto in zone residenziali o turistiche

In ogni caso è importante valutare con attenzione l’azienda in vendita: esaminare bilanci, flussi di cassa, stato del locale e potenziale di crescita.

In alcuni casi, un’attività da rilanciare può essere acquistata a un prezzo molto competitivo, rappresentando un investimento più intelligente rispetto alla creazione ex novo.

Aspetti normativi

Ogni attività di ristorazione è soggetta a una serie di obblighi amministrativi, sanitari e urbanistici, questi sono obbligatori per poter avviare un ristorante in regola e senza avere problematiche successive.

Le principali pratiche da gestire sono:

  • SCIA presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Torino
  • Iscrizione alla Camera di Commercio e apertura della Partita IVA
  • Corso SAB per la manipolazione degli alimenti (da fare in Camera di Commercio o da Privato)
  • Richiesta all’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane il Nulla Osta per la vendita di bevande alcoliche all’interno dell’attività.
  • Adeguamento alle normative HACCP e formazione del personale
  • Autorizzazioni sanitarie ASL e rispetto dei requisiti igienico-strutturali
  • Autorizzazioni urbanistiche in caso, di occupazione suolo pubblico se si mettono i tavolini su una piazza, strada o su un marciapiede pubblico.
  • Pagamento della SIAE per la trasmissione o riproduzione di musica nel locale.

Una volta pronte tutte le pratiche, con l’aiuto di un consulente, si potrà finalmente iniziare a dar vita al proprio progetto.

Infatti, non basta avere una buona idea o saper cucinare: serve visione imprenditoriale, conoscenza del mercato locale e capacità di adattarsi a un contesto in continua evoluzione.











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